I privilegi a cui non pensi

Stamattina, meno affannata del solito, avrei potuto buttarmi sulle pulizie straordinarie o sul riordino, riprendere in mano uno dei tanti lavori iniziati e abbandonati oppure lasciar trascorrere le ore inutilmente, ottenebrata dal grigiore novembrino. Invece ho deciso: si esce. E allora avrei potuto infilarmi nel solito supermercato, prendere una via dei negozi per una perlustrazione prenatalizia o buttare via tempo e denaro nello spendiccio superfluo. Invece, illuminata da non so quale stella buona, ho pensato: si va a zonzo e si va piano.

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Dove affondano le radici

Fa freddo e il cielo è grigio. Per cena, mi è venuta voglia di scaldarci con la polenta e il brasato. Dopo una mezz’ora di lavoro in cucina, comincio a sentire quel profumo un po’ speziato della carne che cuoce lentamente che riempie la casa. È un profumo che sa di ricordi, di cucina della mia mamma e della mia nonna.

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Madri e figlie

Sono reclusa con la Piccolina ammalata. Domenica mattina mi sono presa un’ora d’aria di shopping ozioso in un grande magazzino, cercando di sfruttare dei diabolici buoni sconto emessi un mese fa allo scopo di fidelizzarmi (ossia convincermi a tornare per successivi acquisti di dubbia necessità).

Aggirandomi nei reparti dell’abbigliamento donna e di intimo, mi è capitato di imbattermi in almeno tre coppie composte da una madre e una figlia adolescente e di assistere agli stessi sofferti dialoghi.

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La stagione dei buoni propositi

Non devo essere l’unica.

Considerando che, dalla seconda metà di agosto, la televisione ci martella con le pubblicità di collezioni e corsi a fascicoli svariati e talvolta esilaranti, con un primo numero in offerta che poi raramente viene seguito dall’acquisto dei successivi, credo che sia piuttosto comune vivere il mese di settembre con una sensazione di inizio d’anno ricco di propositi e buone intenzioni.

Dopo mesi di cielo azzurro, aria aperta e chiacchiere da ombrellone, già durante il viaggio di ritorno, ripensavo alla mia casa da sistemare, ai bucati da smaltire, all’occorrente per la scuola da acquistare, alle persone da chiamare, alle cose da fare, alle priorità da ordinare.

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Davanti alle immagini del terremoto

Non ci sono parole.
Rimangono solo la paura e l’impotenza di fronte alla devastazione e al dolore.

Però ci sono i bambini e allora bisogna trovare qualcosa da dire.

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Maschietto o femminuccia?

Leggere questo post di My mi ha fatto pensare alla grande quantità di emozioni e soprattutto alla tempesta di commenti altrui che mi hanno investita quando ho scoperto il sesso dei miei tre bambini.

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