Sette mesi di scuola media: le cose a cui ci siamo abituati (o ancora no)

Libri scuola mediaNon posso dire di sapere davvero cosa passi per la testa del ragazzino che vedo rientrare tutti i giorni dalla scuola media, un po’ stropicciato e stanco, carico di libri e di cose da raccontare, capace di dirmi “ciao, mamma” con un vocino ancora da bambino, ma anche di affrontare i suoi impegni nuovi e la sua dose di responsabilità.

So però che sta sicuramente meglio oggi della scorsa estate, quando l’incertezza per quello che lo aspettava lo teneva sospeso: una volta che si è trovato finalmente di fronte alla realtà della scuola media e che giorno per giorno si è scoperto in grado di affrontarla, per quanto impegnativa, ha riguadagnato serenità e acquistato maggiore fiducia in se stesso.

E so come, in questi mesi, le novità della scuola e di questo passaggio a un’età diversa sono entrate nella quotidianità di entrambi, modificandone ritmi e rituali.

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#Gioiadarte contagiosa alla Pinacoteca Agnelli

Nonostante si siano ormai avviati a pieno ritmo i tre nuovi anni scolastici, ricchi di novità per tutti con la prima elementare della Piccolina, l’ingresso alle medie del Grande e una nuova attesa maestra per il Grandicello, in autunno ci portiamo ancora dietro la voglia di riempire il tempo libero di esperienze speciali, quasi potessimo ancora sentirci un po’ in vacanza, almeno nei fine settimana.

Pinacoteca AgnelliPer questo, per l’ultimo sabato libero dai tornei di calcio, ho accettato con entusiasmo l’invito a partecipare al Blogger Day #gioiadarte Kids organizzato dalla Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli.

L’ambientazione nella storica area industriale del Lingotto riqualificata secondo il progetto di Renzo Piano e l’interessante selezione delle 25 opere della Pinacoteca Agnelli, non troppo numerose da stancare i bambini ma decisamente significative per come rappresentano tappe fondamentali della storia dell’arte dal ‘700 al ‘900, mi avevano fatto pensare che questa gita a Torino potesse essere un’occasione piacevole per tutta la famiglia, e non solo per la presenza di tanti amici.

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La chiamano preadolescenza: crescere e aspettare

Ingresso nella preadolescenza: 11 candelineAbbiamo smaltito a fatica una chiusura d’anno emotivamente impegnativa, con l’addio del Grande alla scuola primaria e della Piccolina a quella dell’infanzia: addii che sanno di nostalgia per tutto il bello che si è ricevuto, ma soprattutto di ansia per le novità che arriveranno.

Anche questo inizio di estate nella nostra solita spiaggia per ora si sente un po’ sospeso, in questa nuova età di mezzo in cui entra la nostra famiglia insieme a Pietro coi suoi 11 anni: la preadolescenza.

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Te lo aspetti ma non sei pronta

Eccolo qui questo gennaio delle iscrizioni scolastiche. E adesso tocca pensarci davvero che anche la Piccolina a settembre inizierà la scuola e che il Grande farà il salto verso le medie: due prime classi, belle pesanti.
Sono quelle cose che sai, che ti aspetti, che senti di dover vivere anche come delle conquiste, ma che comunque sembrano sempre arrivare troppo in fretta.

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Un’estate inaspettatamente leggera

Dieci anni fa trascorrevo la mia prima estate in questa cittadina della Liguria, arrivando qui col mio insonne e irrequieto primogenito di 17 giorni.
Da allora, ogni anno stessa spiaggia e stessa cittadina ligure, con la famiglia che si è allargata e complicata sempre di più, la mia percezione dell’estate è sempre stata quella di un periodo intensissimo e faticoso fisicamente, tra sabbia, caldo, docce, carico di giochi e attenzione da mantenere sempre al massimo per tenere d’occhio i tre tutto il giorno in spiaggia.

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Girare a vuoto, partire, tornare a scrivere

Il sogno sostanzialmente è sempre lo stesso, ricorrente fin da quando ero al liceo: allora uscivo di casa per andare a scuola dove mi aspettava un impegno importante, ma poi succedevano talmente tante cose, una più inverosimile dell’altra, e incontravo talmente tanta gente, e il tempo passava, e l’angoscia cresceva, perché sapevo di essere sempre più in ritardo… ma niente: non sono mai riuscita ad arrivare in classe prima di svegliarmi.
Poi, terminati gli studi, la mia mente ha scelto di farmi passare nottate agitate alle prese con l’organizzazione di cene pantagrueliche, i cui preparativi vengono immancabilmente interrotti da imprevisti a ripetizione, tanto che di solito, nonostante i miei sforzi di tornare a concentrarmi sulla tabella di marcia, l’arrivo degli ospiti mi coglie ancora con la spesa da fare…

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