Sentimenti e #ScuolaItaliana

Blogging su Scuola Italiana - 12 aprile 2011

Ci sono momenti, nella quotidianità frenetica e quasi sempre ripetitiva, in cui ti soffermi su una frase o una situazione e ti rendi conto che il tempo passa, che le cose cambiano e che i tuoi figli crescono davvero.

Basta soltanto prestare un po’ d’attenzione in più quando il tuo primogenito ti dice “Mamma, qual era la tua materia preferita? La MIA è storia!”, oppure quando senti lui e suo fratello che con naturalezza si raccontano aneddoti di mitologia greca…

E allora ti accorgi che certe cose non gliele hai insegnate tu, che certe passioni saranno le loro e che qualcun altro le sta accendendo e nutrendo.

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Babbo Natale esiste ancora

Quest’estate, avevo creduto di vedere un accenno di sospetto negli occhi del Bimbo Grande in occasione di qualche sua domanda su Babbo Natale.
Otto anni: mi sembrava naturale che si avvicinasse il momento della verità e così gli ho dato risposte vaghe, senza più invenzioni fantasiose, insistendo soprattutto sull’importanza del rispetto per l’attesa dei fratellini ancora piccoli. Ho temporeggiato, ma mi aspettavo che prima di Natale avremmo affrontato il discorso esplicitamente, ero pronta.

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Prima settimana di scuola

La scuola ricca di iniziative originali, di esperienze al di fuori dell’edificio, di laboratori e di corsi sportivi che per due anni ha frequentato il mio Bimbo Grande non esiste più.
Le sue due maestre sono ancora lì, disponibili e piene di idee, ma non hanno più il tempo né la possibilità di dare alla classe tutto quello che vorrebbero: l’orario formalmente non è cambiato, i bambini trascorrono ancora a scuola 40 ore, ma non ci sono più quelle 4 ore di compresenza delle maestre che permettevano di organizzare le uscite e la maggior parte delle attività extracurricolari o anche solo artistiche.

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Torniamo

Torniamo a casa tutti insieme, portandoci negli occhi quel punto di azzurro che per due mesi è stato il nostro cielo.

Torniamo e salutiamo il cielo di Sestri Levante

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Il calcio e il tempo

Giugno 2002 – Coppa del Mondo FIFA in Corea del Sud e Giappone

Sul divano su cui ho finito di ricamare tutto il corredino per il mio primogenito, ormai schiacciata sotto una pancia enorme, guardo le partite della Nazionale.
Mancano pochi giorni alla data prevista per il parto, che mi auguro non avvenga durante un incontro degli Azzurri, con una sala parto deserta e gli occhi del personale fissi su uno schermo televisivo anziché su di me.
I risultati calcistici sono l’ultimo dei miei pensieri, eppure qualche gol importante mi fa esultare, provocando al Bimbo Grande nel pancione un immediato singhiozzo.

Giugno 2010 – Coppa del Mondo FIFA in Sud Africa

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Come un figlio unico

Si chiama espansore rapido del palato. È un apparecchietto fisso, con una vite da far ruotare inserendo una chiavetta in un minuscolo foro ogni due giorni, ed è rapido davvero: in due mesi il nostro Bimbo Grande, senza grossi disagi, sembra aver risolto una malocclusione piuttosto marcata e, con qualche altro mese di mantenimento, sarà libero e ancor più bello di prima.

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