Babbo Natale esiste ancora

Quest’estate, avevo creduto di vedere un accenno di sospetto negli occhi del Bimbo Grande in occasione di qualche sua domanda su Babbo Natale.
Otto anni: mi sembrava naturale che si avvicinasse il momento della verità e così gli ho dato risposte vaghe, senza più invenzioni fantasiose, insistendo soprattutto sull’importanza del rispetto per l’attesa dei fratellini ancora piccoli. Ho temporeggiato, ma mi aspettavo che prima di Natale avremmo affrontato il discorso esplicitamente, ero pronta.

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Segno dei tempi

Dalla camera dei due maschi arrivano voci di giochi fortunatamente pacifici.
Mentre passano dalla tombola degli animali a qualche mano di Carta-forbice-sasso (la nostra Morra cinese), mi distraggo nella lettura. Poco dopo riemergo sentendo il Grande che insegna al Grandicello quella che, inizialmente, mi sembra la solita vecchia Ambarabà Ciccì Coccò

Poi qualcosa di inaspettato attira la mia attenzione…Scusa, Bimbo Grande, puoi ripetere?

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Dove affondano le radici

Fa freddo e il cielo è grigio. Per cena, mi è venuta voglia di scaldarci con la polenta e il brasato. Dopo una mezz’ora di lavoro in cucina, comincio a sentire quel profumo un po’ speziato della carne che cuoce lentamente che riempie la casa. È un profumo che sa di ricordi, di cucina della mia mamma e della mia nonna.

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Primo sole

Un’altra estate sotto i soliti ombrelloni blu.
Stessi volti, qualche pancia in più, dei nuovi nati nei mesi invernali.
Ci si saluta, ci si riconosce, ci si racconta le novità, si nota che ogni anno i lettini sembrano più accalcati… o forse no, erano già così vicini… e poi ci si abitua.

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In un grande cortile

In questa stagione, il cortile di una vecchia scuola milanese si apre una domenica mattina per ospitare bambini e genitori all’arrivo della marcia per le vie del quartiere.

Anni fa c’erano due bambini, fra i tanti, che non si conoscevano, con classi e amici diversi, ma che percorrevano, trascinati dal gruppo, quelle stesse strade e poi giungevano in quel grande cortile, stanchi e soddisfatti, un po’ smarriti nella folla.

Poi quei due bambini, da ragazzi, si sono incontrati e, in altri cortili, hanno imparato a volersi bene ed hanno fatto progetti, in quell’età in cui di certi ricordi si ha pudore e in cui si pensa che la libertà debba portare lontano dai luoghi e dalle emozioni dell’infanzia.

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Regalo di compleanno

Papà in 3D ama suonare il pianoforte.

Quando ci siamo sposati, due cuori e un bilocale, ha lasciato il prezioso strumento nella sua casa di ragazzo.

Quando poi ci siamo trasferiti nel nostro attuale appartamento, decisamente più spazioso, sono stata ben contenta di poter simbolicamente utilizzare parte dei miei primi guadagni (allora avevo un lavoro retribuito) per regalargli un pianoforte nuovo, di quelli elettronici, con un suono soddisfacente e la possibilità di regolare il volume fino ad utilizzare le cuffie, in modo da poter essere suonato in un condominio anche in ore improbabili e, soprattutto, durante il sonno dei bambini che ancora desideravamo soltanto.

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