(Ri)nascita di una biblioteca scolastica, la nostra

Biblioteca scolastica“Stiamo cercando genitori disponibili a riorganizzare la biblioteca della scuola” recitava una delle tante email nella mia casella in un giorno di fine settembre. Non è la prima volta che, rispondendo a una mail, rivoluziono la mia vita e, come negli altri casi, non so nemmeno perché proprio quel messaggio abbia avuto una sorte diversa da tanti altri ignorati. Forse perché era appena ricominciata la scuola e mi sembrava di avere un sacco di ore a mia disposizione, forse perché, in un anno senza inserimenti in classi nuove, l’avvio delle attività mi era sembrato stranamente tranquillo, o forse soltanto perché, a sentir parlare di libri, non so resistere. Fatto sta che mi sono buttata: “posso dare qualche ora di disponibilità alla mattina” ho scritto, “chissà quali altri genitori incontrerò alla riunione, vedrò se mi troverò bene” ho pensato…

Riemergo solo ora, dopo quasi sei mesi, per fermarmi a guardare il gran lavoro fatto insieme a un gruppo di amiche vecchie e nuove, determinate e coraggiose quanto bastava per la matta impresa in cui ci siamo lanciate.

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40 anni

40-anni-disegni-bambiniNascere in giugno significa, da ragazzi, festeggiare lasciandosi travolgere insieme dall’euforia per la fine della scuola e l’inizio dell’estate. Lo sta imparando la mia Piccolina, che ha spento le sue candeline tre giorni fa, in una giornata ritagliata a fatica nel periodo delle innumerevoli feste e recite di fine anno scolastico.
E così per me ha significato, sette anni fa, festeggiare nel modo più bello, tornando a casa dall’ospedale dopo la sua nascita, finalmente tutti e cinque insieme.

Oggi, sarà che questo mio quarantesimo compleanno è arrivato in un periodo in cui sono particolarmente stanca, impegnata su vari progetti ancora aperti nel momento in cui i figli sono a casa da scuola e guardiamo come a un miraggio al trasferimento al mare… ma non posso dire di non sentirne un certo peso, un po’ più di quello che mi aspettavo da una ricorrenza puramente simbolica.

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Liberiamo una ricetta: il pane fatto in casa con la macchina del pane #liberericette #freearecipe

Keep Calm and Love your Bread MachineLa prima macchina del pane è entrata in casa nostra nove anni fa: con il Grandicello appena nato e il Grande che non andava ancora all’asilo, ero in un periodo della vita in cui, in pieno inverno, mi sembrava più complicato uscire tutti i giorni per raggiungere il fornaio piuttosto che fare il pane in casa. Molto casalinga e molto massaia-madre-di-maschi-da-sfamare-a-suon-di-carboidrati-fino-alla-maggiore-età, ero dell’umore giusto per imparare a preparare qualcosa di nuovo e scaldare il focolare domestico con il profumo fragrante del pane in cottura.

È stato amore a prima vista e, da allora, a Milano non ho più comprato il pane in panetteria: fare il pane in casa con la macchina del pane è economico, di soddisfazione e, soprattutto, comodo.
La macchina del pane può servire anche a preparare impasti lievitati da cuocere in forno per sbizzarrirsi con focacce, pizze, grissini e panini, ma è il pane in cassetta che esce dai programmi automatici a farci compagnia in tavola tutti i giorni, il pane morbido con tanta mollica che piace ai bambini, talmente abituati ormai a farine integrali, semi e frutta secca che mi dicono stupiti: “sai, mamma? a scuola il pane è bianco”.

Ed è questa la ricetta che voglio condividere oggi, quella del “mio” pane, la ricetta provata e riprovata, adattata con qualche modifica ai tempi e alle temperature della macchina nuova, perché ogni modello è diverso dall’altro e ci vuole un po’ di tempo per imparare ad andare d’accordo, la ricetta semplice che ormai riesce anche a occhi chiusi e che, con la programmazione del timer, mi assicura pane fresco all’ora di cena anche dopo essere stata fuori tutto il giorno, oppure alla mattina dei giorni festivi o delle giornate d’emergenza in cui c’è sciopero della mensa scolastica e serve il pranzo al sacco.

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La chiamano preadolescenza: crescere e aspettare

Ingresso nella preadolescenza: 11 candelineAbbiamo smaltito a fatica una chiusura d’anno emotivamente impegnativa, con l’addio del Grande alla scuola primaria e della Piccolina a quella dell’infanzia: addii che sanno di nostalgia per tutto il bello che si è ricevuto, ma soprattutto di ansia per le novità che arriveranno.

Anche questo inizio di estate nella nostra solita spiaggia per ora si sente un po’ sospeso, in questa nuova età di mezzo in cui entra la nostra famiglia insieme a Pietro coi suoi 11 anni: la preadolescenza.

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Here we are, WordPress!

WordPress IconMissione compiuta. Trasloco del blog da Blogger a WordPress e minimal restyling fatti in casa: frutto della mia ostinazione testardaggine e dell’incoraggiamento, dei buoni consigli e di un salvagente lanciato al momento opportuno dagli amici giusti. Perché, certe volte, è meglio non sentirsi soli quando si deve schiacciare il tasto invio.

L’indirizzo del blog non è cambiato, ma chi usa un reader forse dovrà aggiornare il link al nuovo feed.

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Liberiamo una ricetta: le “Camille” con carote e mandorle #liberericette #freearecipe

Keep Calm and feed the rabbitsDa sempre la Piccolina ha per i conigli una vera passione, che non conosce ancora appannamento, perciò le carote spesso si impongono, per simpatia, come ingredienti base delle ricette che ci piace sperimentare insieme.

“Facciamo i dolci per Teddy?”, il primo e più grande amore (quello al centro, con le orecchie a pois), che però ormai è stato raggiunto da un nutrito gruppo di amici… e così via a sfornare Camille!

Camille: una festa per i coniglietti

In primavera abbiamo portato questi muffin con carote e mandorle all’asilo, per la festa di fine anno, e, con mio grande stupore, sono andate a ruba anche fra i bambini, nonostante non contengano cioccolato. Quindi le prepariamo anche oggi, per tutti.

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