40 anni

40-anni-disegni-bambiniNascere in giugno significa, da ragazzi, festeggiare lasciandosi travolgere insieme dall’euforia per la fine della scuola e l’inizio dell’estate. Lo sta imparando la mia Piccolina, che ha spento le sue candeline tre giorni fa, in una giornata ritagliata a fatica nel periodo delle innumerevoli feste e recite di fine anno scolastico.
E così per me ha significato, sette anni fa, festeggiare nel modo più bello, tornando a casa dall’ospedale dopo la sua nascita, finalmente tutti e cinque insieme.

Oggi, sarà che questo mio quarantesimo compleanno è arrivato in un periodo in cui sono particolarmente stanca, impegnata su vari progetti ancora aperti nel momento in cui i figli sono a casa da scuola e guardiamo come a un miraggio al trasferimento al mare… ma non posso dire di non sentirne un certo peso, un po’ più di quello che mi aspettavo da una ricorrenza puramente simbolica.

Sono stata ricoperta di disegni dai miei figli e di regali da chi più mi vuole bene: regali importanti, preziosi, e un regalo speciale, uscito dai ricordi più vecchi che ho, che mi ha fatto tornare a quand’ero bambina.

Sono stata sommersa dai vostri auguri che -d’accordo, si sa che è facile ricordarsi nell’epoca dei social network, con tutti quei promemoria- hanno riempito la mia giornata di visi, nomi e pensieri.

Così, per quanto trafelata e non in vena di bilanci, va a finire che almeno per un po’ mi fermo e mi guardo intorno.

Ovunque mi giri, ci sono tracce e suoni di questi tre, che non posso neanche più chiamare tutti bambini, e ci siamo noi due, coppia di genitori di figli ormai non più tanto piccoli, che può ricominciare a dedicarsi a progetti diversi, a viaggiare, ma che dovrebbe imparare a pretendere un po’ meno dalle proprie energie fisiche e mentali, smettendo di allungare smisuratamente le giornate e le nottate, per godersi qualcosa in più di questi anni, in cui è già un attimo intravedere quanto sia vero il detto “figli grandi, pensieri grandi”…

Ci sono ancora gli amici di sempre, quelli con cui sono cresciuta, con cui mi ritrovo a una festa di compleanno (non solo io compio 40 anni quest’anno) e, per qualche ora, nonostante il drappello di figli intorno, ci sentiamo vicini, scanzonati e affiatati come sul divanetto del bar di Friends (ecco, vi ricordate Friends? allora non siete tanto più giovani di me).

E ci sono gli amici incontrati e scelti quando già mi sentivo “grande”, che, in pochi anni, sono diventati dei cari e vecchi amici, con cui così in fretta è stato facile condividere tanto.

Poi ci sono io, che -è vero- alla fine sono la stessa di ieri ma forse il problema è nella percezione di questo ieri: magari dovrei cominciare a fare una riflessione sul fatto che quelli che a prima vista credo miei coetanei in realtà hanno una decina d’anni meno di me (e spesso mi danno del lei!), dovrei trovare una soluzione al fatto che riesco a trovare vestiti della mia taglia solo nei negozi per ragazzine, rendermi conto che è giunto il momento di osare quel trucco che ho sempre pensato mi facesse un po’ troppo “adulta” e di curare soprattutto i capelli e le mani. Oppure no, non ci penso. E buon compleanno a me.

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