Il sogno sostanzialmente è sempre lo stesso, ricorrente fin da quando ero al liceo: allora uscivo di casa per andare a scuola dove mi aspettava un impegno importante, ma poi succedevano talmente tante cose, una più inverosimile dell’altra, e incontravo talmente tanta gente, e il tempo passava, e l’angoscia cresceva, perché sapevo di essere sempre più in ritardo… ma niente: non sono mai riuscita ad arrivare in classe prima di svegliarmi.
Poi, terminati gli studi, la mia mente ha scelto di farmi passare nottate agitate alle prese con l’organizzazione di cene pantagrueliche, i cui preparativi vengono immancabilmente interrotti da imprevisti a ripetizione, tanto che di solito, nonostante i miei sforzi di tornare a concentrarmi sulla tabella di marcia, l’arrivo degli ospiti mi coglie ancora con la spesa da fare…
Girare a vuoto, partire, tornare a scrivere
Tutta natura
Al rientro dalla sua prima gita scolastica di un’intera giornata, il Bimbo Grandicello mi è venuto incontro all’uscita dall’asilo con l’aria stanca e accaldata, ma entusiasta del tempo trascorso in fattoria, a scorrazzare all’aria aperta in mezzo a tanti animali e ad imparare a impastare e infornare il pane.
Dalla vigna alla bottiglia
Tre settimane fa la passione e l’iniziativa di due maestre piene di idee hanno regalato alla seconda classe del mio Bimbo Grande una gita d’istruzione fuori stagione, una giornata memorabile: il programma prometteva la vendemmia, dalla vigna alla cantina.
Zainetto in spalla
Due anni fa, il mio Bimbo Grande affrontava la sua prima gita scolastica di un’intera giornata. Dovendo essere all’asilo più presto del solito, era stato accompagnato dal Papà, mentre io rimanevo a casa col fratellino.
Qualche minuto dopo averlo salutato, ho sentito un gran vociare giù in strada, sono uscita sul balcone e ho scoperto che i pullman erano fermi proprio sotto casa mia: ho visto un brulichio di bambini eccitati che salivano guidati dalle maestre, qualche mamma ferma sul marciapiede a salutare ed io, complici gli ormoni impazziti delle ultime settimane della terza gravidanza, mi sono ritrovata al quinto piano a piangere come una bambina nel sentire i motori avviarsi e nel seguire con lo sguardo i pullman allontanarsi verso la cascina appena fuori Milano.
Oggi, alla fine del primo anno di scuola, il mio Bimbo Grande si è svegliato all’alba: grande avventura con viaggio in treno, zaino in spalla e camminata in montagna, con pranzo in rifugio di dovere.