La chiamano preadolescenza: crescere e aspettare

Ingresso nella preadolescenza: 11 candelineAbbiamo smaltito a fatica una chiusura d’anno emotivamente impegnativa, con l’addio del Grande alla scuola primaria e della Piccolina a quella dell’infanzia: addii che sanno di nostalgia per tutto il bello che si è ricevuto, ma soprattutto di ansia per le novità che arriveranno.

Anche questo inizio di estate nella nostra solita spiaggia per ora si sente un po’ sospeso, in questa nuova età di mezzo in cui entra la nostra famiglia insieme a Pietro coi suoi 11 anni: la preadolescenza.

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Here we are, WordPress!

WordPress IconMissione compiuta. Trasloco del blog da Blogger a WordPress e minimal restyling fatti in casa: frutto della mia ostinazione testardaggine e dell’incoraggiamento, dei buoni consigli e di un salvagente lanciato al momento opportuno dagli amici giusti. Perché, certe volte, è meglio non sentirsi soli quando si deve schiacciare il tasto invio.

L’indirizzo del blog non è cambiato, ma chi usa un reader forse dovrà aggiornare il link al nuovo feed.

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Ho litigato con il tempo

Quest’anno ho litigato con il tempo.

L’ho strapazzato e stiracchiato per farci entrare tanti impegni nuovi, per non perdere le occasioni che mi si sono presentate e sforzarmi di dimostrare che potevo farle tutte mie, senza togliere niente alla famiglia.

Ho cercato di far finta che il tempo dedicato al sonno fosse inutile.

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Liberiamo una ricetta: le “Camille” con carote e mandorle #liberericette #freearecipe

Keep Calm and feed the rabbitsDa sempre la Piccolina ha per i conigli una vera passione, che non conosce ancora appannamento, perciò le carote spesso si impongono, per simpatia, come ingredienti base delle ricette che ci piace sperimentare insieme.

“Facciamo i dolci per Teddy?”, il primo e più grande amore (quello al centro, con le orecchie a pois), che però ormai è stato raggiunto da un nutrito gruppo di amici… e così via a sfornare Camille!

Camille: una festa per i coniglietti

In primavera abbiamo portato questi muffin con carote e mandorle all’asilo, per la festa di fine anno, e, con mio grande stupore, sono andate a ruba anche fra i bambini, nonostante non contengano cioccolato. Quindi le prepariamo anche oggi, per tutti.

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Capricci: ricordi di un tempo (fortunatamente) passato

Tanto sono superficiali la mamma o la nonna che, incrociandoti in un fortunato momento di pace, col cucciolo allegro che ti trotterella accanto sorridente, dicono al loro: “guarda: hai visto che bravo quel bambino? fai come lui!”, quanto risultano insopportabili le stesse che ti squadrano come se fossi una torturatrice di bambini innocenti, mentre sei alle prese con un incontenibile e ingiustificabile capriccio.

Perché i capricci sono snervanti, indisponenti, delle prove durissime per la pazienza e l’amore genitoriali, ma, come in molte altre situazioni, anche per i capricci è proprio vero che l’inferno sono gli altri.

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Non di sole pulizie può vivere la casalinga #angoliocurve

Sono in casa, sì. È da casa che scrivo, che aspetto di andare a prendere i bambini a scuola, che ricevo email e telefonate. È in una casa che trascorro anche quasi tutte le vacanze.
Esco anche, eh. Come si dice, “faccio cose, vedo gente”…
Ma sono una mamma che ha scelto di stare a casa e della casa mi sento in dovere di occuparmi.

Però la cura della casa non riesce ad appassionarmi in sé, ma solo in quanto aspetto della cura della famiglia, semplicemente perché è il luogo in cui viviamo insieme.
In particolare le pulizie sono, senza dubbio, le faccende che mi pesano di più: amo cucinare e, se ne ho il tempo, lo faccio davvero con passione, riempio e svuoto le lavatrici quasi come uno sfogo terapeutico, riordinare mi dà qualche soddisfazione, persino stirare mi risulta meno antipatico… ma le pulizie, soprattutto quelle ordinarie, ripetitive, che non appena son finite sarebbe già ora di ricominciarle… quelle proprio non le sopporto!

Cosa diversa era occuparmi della nostra prima casa da sposini, quei due locali in cui ogni cosa aveva il suo posto e dove regnava una calma che ora definirei irreale. Adesso i risultati delle mie fatiche sono decisamente più frustranti, perché la situazione si è parecchio complicata: appena abbiamo avuto più spazio, abbiamo cominciato a riempirlo di figli, il tempo è diminuito, il disordine e l’accumulo di oggetti hanno preso il sopravvento e, soprattutto, la cura delle persone ha giustamente richiesto sempre più attenzione ed energia rispetto a quella per le cose.

“Perché non ti cerchi un aiuto?” mi chiedono spesso.

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