40 anni

40-anni-disegni-bambiniNascere in giugno significa, da ragazzi, festeggiare lasciandosi travolgere insieme dall’euforia per la fine della scuola e l’inizio dell’estate. Lo sta imparando la mia Piccolina, che ha spento le sue candeline tre giorni fa, in una giornata ritagliata a fatica nel periodo delle innumerevoli feste e recite di fine anno scolastico.
E così per me ha significato, sette anni fa, festeggiare nel modo più bello, tornando a casa dall’ospedale dopo la sua nascita, finalmente tutti e cinque insieme.

Oggi, sarà che questo mio quarantesimo compleanno è arrivato in un periodo in cui sono particolarmente stanca, impegnata su vari progetti ancora aperti nel momento in cui i figli sono a casa da scuola e guardiamo come a un miraggio al trasferimento al mare… ma non posso dire di non sentirne un certo peso, un po’ più di quello che mi aspettavo da una ricorrenza puramente simbolica.

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Frivolezze estive: epilazione a luce pulsata con Philips Lumea Comfort

Philips Lumea Comfort confezioneQuando si dice una coincidenza… Proprio il giorno in cui mi è stato offerto di provare l’epilatore a luce pulsata Philips Lumea Comfort, avevo appena completato l’ordine di un apparecchio analogo. Avevo optato per un modello di compromesso e, a un prezzo leggermente inferiore, avevo scelto un dispositivo molto meno compatto e funzionale, ma, comunque, mi ero già informata sul meccanismo dell’epilazione a luce pulsata e avevo deciso che facesse al caso mio.

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Le nostre vacanze di primavera in Grecia: Atene

Da tanti anni io e Papà in 3D, insieme dai tempi del liceo classico, coltivavamo il sogno di un viaggio fra Atene e il Peloponneso. Per un certo periodo, abbiamo anche progettato di farne il nostro viaggio di nozze, ma abbiamo dovuto accantonare l’idea per motivi logistici e stagionali; poi sono arrivati i bambini, uno dopo l’altro, e anche la scuola, con il suo calendario rigido, a farci rimandare ancora.
Finalmente, quest’anno, l’occasione di una lunga vacanza primaverile ci ha dato la possibilità di organizzare questo viaggio in Grecia, nella stagione in cui il caldo non rende troppo pesanti le visite archeologiche e la vegetazione mediterranea è nel pieno della fioritura.

Siamo atterrati ad Atene armati di soli bagagli a mano e abbiamo raggiunto con un tranquillo viaggio in metropolitana l’albergo vicino a Piazza Syntagma in un giovedì di nuvole fitte, ma già la vista dal balcone della nostra camera, sul Palazzo del Voulì e i Giardini Nazionali, ci ha fatto respirare aria di vacanza, seppur nel pieno centro della città.

Atene: vista dalla camera dell'albergo su Voulì e Giardini Nazionali

E ci è bastato allontanarci di qualche passo dall’albergo per intravedere nei primi scorci quello che ci aspettavamo da questa città.

Atene: tempio di Zeus Olimpio e arco di Adriano

Tempio di Zeus Olimpio e scorcio dell’Acropoli dall’arco di Adriano

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Sette mesi di scuola media: le cose a cui ci siamo abituati (o ancora no)

Libri scuola mediaNon posso dire di sapere davvero cosa passi per la testa del ragazzino che vedo rientrare tutti i giorni dalla scuola media, un po’ stropicciato e stanco, carico di libri e di cose da raccontare, capace di dirmi “ciao, mamma” con un vocino ancora da bambino, ma anche di affrontare i suoi impegni nuovi e la sua dose di responsabilità.

So però che sta sicuramente meglio oggi della scorsa estate, quando l’incertezza per quello che lo aspettava lo teneva sospeso: una volta che si è trovato finalmente di fronte alla realtà della scuola media e che giorno per giorno si è scoperto in grado di affrontarla, per quanto impegnativa, ha riguadagnato serenità e acquistato maggiore fiducia in se stesso.

E so come, in questi mesi, le novità della scuola e di questo passaggio a un’età diversa sono entrate nella quotidianità di entrambi, modificandone ritmi e rituali.

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Liberiamo una ricetta: il pane fatto in casa con la macchina del pane #liberericette #freearecipe

Keep Calm and Love your Bread MachineLa prima macchina del pane è entrata in casa nostra nove anni fa: con il Grandicello appena nato e il Grande che non andava ancora all’asilo, ero in un periodo della vita in cui, in pieno inverno, mi sembrava più complicato uscire tutti i giorni per raggiungere il fornaio piuttosto che fare il pane in casa. Molto casalinga e molto massaia-madre-di-maschi-da-sfamare-a-suon-di-carboidrati-fino-alla-maggiore-età, ero dell’umore giusto per imparare a preparare qualcosa di nuovo e scaldare il focolare domestico con il profumo fragrante del pane in cottura.

È stato amore a prima vista e, da allora, a Milano non ho più comprato il pane in panetteria: fare il pane in casa con la macchina del pane è economico, di soddisfazione e, soprattutto, comodo.
La macchina del pane può servire anche a preparare impasti lievitati da cuocere in forno per sbizzarrirsi con focacce, pizze, grissini e panini, ma è il pane in cassetta che esce dai programmi automatici a farci compagnia in tavola tutti i giorni, il pane morbido con tanta mollica che piace ai bambini, talmente abituati ormai a farine integrali, semi e frutta secca che mi dicono stupiti: “sai, mamma? a scuola il pane è bianco”.

Ed è questa la ricetta che voglio condividere oggi, quella del “mio” pane, la ricetta provata e riprovata, adattata con qualche modifica ai tempi e alle temperature della macchina nuova, perché ogni modello è diverso dall’altro e ci vuole un po’ di tempo per imparare ad andare d’accordo, la ricetta semplice che ormai riesce anche a occhi chiusi e che, con la programmazione del timer, mi assicura pane fresco all’ora di cena anche dopo essere stata fuori tutto il giorno, oppure alla mattina dei giorni festivi o delle giornate d’emergenza in cui c’è sciopero della mensa scolastica e serve il pranzo al sacco.

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Raccontare ai figli il nostro primo incontro? Perché no?

L’imperfezione, si sa, è simpatica di suo. E poi, diciamocelo, Chiara e le altre protagoniste della serie Una mamma IMperfetta sono belle, spiritose, deliziosamente imperfette e, come se non bastasse, inciampano sempre in imprevisti divertenti che tengono lontana la noia dal ritratto delle loro vite.

Così, se i miei figli alle elementari per parlare della loro storia sono tornati a casa chiedendomi banalmente il braccialettino dell’ospedale e il peso alla nascita, al figlio di Chiara viene assegnato l’improbabile compito di domandare ai suoi genitori come si siano conosciuti e innamorati. E Chiara che fa? Si fa assalire dal panico e prende tempo perché, naturalmente, sia lei che le sue amiche nascondono, ognuna a modo suo, segreti inconfessabili sul modo in cui è avvenuto il primo incontro con i rispettivi mariti:

alzi la mano chi non ha imbarazzo a raccontare ai figli come si è messo insieme col suo partner.

Eccomi qua, presente: ci sono io.

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