Chiedi a papà, fidati di lui

Prima ancora che per collaborare come genitori, è indispensabile per la coppia: la fiducia, che è innanzitutto stima reciproca.È andato in onda per dieci settimane su Rai3 il programma televisivo Chiedi a papà, che, con la struttura narrativa del docu-reality, ha raccontato le vicende di venti famiglie italiane alle prese con una situazione per loro inusuale: il papà a prendersi cura da solo dei figli per cinque giorni, mentre la mamma si trova in vacanza, in totale isolamento. Ecco, ora mi piacerebbe chiedere a quelle venti coppie, che torneranno tutte insieme per una puntata conclusiva di questa prima stagione domenica pomeriggio alle 16.30, cosa sia cambiato e come siano andate le cose fra loro dopo il programma.

Perché è vero che, quando si parla di gestione familiare, suddivisione dei compiti e organizzazione del tempo di uomini e donne, è giusto scomodare statistiche, sociologia, politica e stereotipi culturali, ma a me, ascoltando le storie del programma e tante conversazioni che ne sono nate intorno, non esce dalla testa che alla base delle decisioni di una famiglia ci sia sempre una coppia, che era una coppia prima dell’arrivo dei figli e che, dopo, si è trovata a fare i conti con un nuovo sguardo da posare su se stessa, diventata una famiglia, e sul compagno, diventato anche genitore.

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Raccontare ai figli il nostro primo incontro? Perché no?

L’imperfezione, si sa, è simpatica di suo. E poi, diciamocelo, Chiara e le altre protagoniste della serie Una mamma IMperfetta sono belle, spiritose, deliziosamente imperfette e, come se non bastasse, inciampano sempre in imprevisti divertenti che tengono lontana la noia dal ritratto delle loro vite.

Così, se i miei figli alle elementari per parlare della loro storia sono tornati a casa chiedendomi banalmente il braccialettino dell’ospedale e il peso alla nascita, al figlio di Chiara viene assegnato l’improbabile compito di domandare ai suoi genitori come si siano conosciuti e innamorati. E Chiara che fa? Si fa assalire dal panico e prende tempo perché, naturalmente, sia lei che le sue amiche nascondono, ognuna a modo suo, segreti inconfessabili sul modo in cui è avvenuto il primo incontro con i rispettivi mariti:

alzi la mano chi non ha imbarazzo a raccontare ai figli come si è messo insieme col suo partner.

Eccomi qua, presente: ci sono io.

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Qualcosa di straordinario, il film. E un libro a contrasto

Nel primo pomeriggio in casa dell’estate, abbiamo visto in dvd “Qualcosa di straordinario”, della Universal Pictures.

Qualcosa di straordinario: immagini dal film

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Un po’ di miniclub

Non credevo di essermelo dimenticata, invece mi ha sorpreso quasi come fosse una novità l’ascoltare due quattrenni giocare qui in casa.
La Piccolina ha inaugurato, finalmente in prima persona, la stagione degli inviti alle amichette e così sono tornata indietro nel tempo. Relegati i fratelli maggiori al ruolo di divertiti spettatori, per un paio d’ore hanno comandato due piccole donne, tra bambole, cucina, pennarelli e approcci alla danza.

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Hop, un altro coniglio sulla nostra strada

UniversalPicture badgeLa mail di Jolanda che mi proponeva di partecipare al progetto Mamma Blogger Club della Universal mi ha raggiunta sul finire della mia lunga estate al mare, di fronte al consueto tramonto coi bambini in riva al mare a giocare a pallone dopo l’intera giornata all’aria aperta, pigramente lontana dal blog e soprattutto dalla televisione.
La mia prima reazione è stata: “non riusciremo mai a vedere tutti quei dvd”.

Poi ho fatto mente locale alla nostra dotazione di film, costruita negli anni intorno ad interessi prevalentemente maschili, e ho deciso di accettare, proprio nella speranza di ricevere, magari, qualcosa di più adatto alla Piccolina.

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Per ragazzi e non solo: Amelia e Zio Gatto

Ho letto “Amelia e Zio Gatto. Indagine alla PMI” di Anna Lo Piano, illustrato da Chiara Nocentini.

Amelia e Zio Gatto - Indagine alla PMI: copertina

Si riconosce che è un libro per ragazzi perché è stampato con caratteri di facile lettura, perché le illustrazioni di Chiara Nocentini sono un privilegio riservato ai più piccoli, perché luoghi e persone hanno nomi esilaranti ed estremamente espressivi e perché alcuni dei protagonisti sono animali, anzi, a dire il vero, il personaggio più serio è un gatto con addosso un gilè.

Per il resto, questo è un libro che ha tanto da dire anche agli adulti, perché è un libro sugli adulti, il cui mondo viene descritto senza risparmiare i tic e le manie dei vari tipi umani, con l’acume a cui Anna Lo Piano ci ha abituati nel suo blog.

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