Prima settimana di scuola

La scuola ricca di iniziative originali, di esperienze al di fuori dell’edificio, di laboratori e di corsi sportivi che per due anni ha frequentato il mio Bimbo Grande non esiste più.
Le sue due maestre sono ancora lì, disponibili e piene di idee, ma non hanno più il tempo né la possibilità di dare alla classe tutto quello che vorrebbero: l’orario formalmente non è cambiato, i bambini trascorrono ancora a scuola 40 ore, ma non ci sono più quelle 4 ore di compresenza delle maestre che permettevano di organizzare le uscite e la maggior parte delle attività extracurricolari o anche solo artistiche.

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Il calcio e il tempo

Giugno 2002 – Coppa del Mondo FIFA in Corea del Sud e Giappone

Sul divano su cui ho finito di ricamare tutto il corredino per il mio primogenito, ormai schiacciata sotto una pancia enorme, guardo le partite della Nazionale.
Mancano pochi giorni alla data prevista per il parto, che mi auguro non avvenga durante un incontro degli Azzurri, con una sala parto deserta e gli occhi del personale fissi su uno schermo televisivo anziché su di me.
I risultati calcistici sono l’ultimo dei miei pensieri, eppure qualche gol importante mi fa esultare, provocando al Bimbo Grande nel pancione un immediato singhiozzo.

Giugno 2010 – Coppa del Mondo FIFA in Sud Africa

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Segno dei tempi

Dalla camera dei due maschi arrivano voci di giochi fortunatamente pacifici.
Mentre passano dalla tombola degli animali a qualche mano di Carta-forbice-sasso (la nostra Morra cinese), mi distraggo nella lettura. Poco dopo riemergo sentendo il Grande che insegna al Grandicello quella che, inizialmente, mi sembra la solita vecchia Ambarabà Ciccì Coccò

Poi qualcosa di inaspettato attira la mia attenzione…Scusa, Bimbo Grande, puoi ripetere?

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Una certa età

I nostri due piccoli biscazzieri, seduti su un tappeto a gambe incrociate, macinano partite a carte, fra rubamazzetto e scopa.

Bimbo Grande: “Sai, Mamma: ieri il Nonno mi ha detto che un giorno mi insegna a giocare a s’cera, un gioco di carte vigevanese“.

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Come un figlio unico

Si chiama espansore rapido del palato. È un apparecchietto fisso, con una vite da far ruotare inserendo una chiavetta in un minuscolo foro ogni due giorni, ed è rapido davvero: in due mesi il nostro Bimbo Grande, senza grossi disagi, sembra aver risolto una malocclusione piuttosto marcata e, con qualche altro mese di mantenimento, sarà libero e ancor più bello di prima.

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Cinque anni

Cinque anni da quell’assolato pomeriggio invernale in cui, insieme alla luce che dalla finestra invadeva la sala parto, coi tuoi quattro chili mi hai sorpresa e travolta, fugando ogni tacito dubbio che, di nuovo, potessi vedere qualcosa di così bello e provare, ancora, un amore così forte, una felicità così intensa.

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