Di equilibrio, rispetto e aggressività

Ecco, parlavo di colori pastello, che a me servono, perché, anche piuttosto rapidamente, le tinte forti e la luce accecante mi logorano e poi somatizzo…
Quindi ci provo a rintanarmi in questa quarta dimensione, per rasserenarmi. E, siccome mi sento un po’ prosciugata e non trovo niente da dire, mi guardo intorno e ascolto.

Ascolto la spontanea ed esuberante Emily sfogarsi contro l’idiozia dell’annosa guerra fra le mamme casalinghe e le mamme lavoratrici e nei commenti ritrovo il mio stesso disorientamento: sia le casalinghe che le lavoratrici, complice anche la differenza fra la realtà cittadina e quella di provincia, si sentono allo stesso modo minoranza, lamentano di essere incomprese, svalutate e condannate. I toni rimangono leggeri, ma si percepiscono le contrapposizioni e le accuse.

Ascolto un ironico ma chiaramente critico ritratto caricaturale delle mamme talebane fatto da Raperonzolo su VereMamme e lì, nella valanga di commenti che seguono, sento salire i toni e, come sempre accade nelle risse, in cui non si riesce nemmeno a riconoscere il momento in cui dallo scherzo si passi alle botte vere, vedo la situazione farsi davvero pesante: l’ironia cede presto il passo agli insulti, i rinforzi giungono ad armare due schieramenti d’artiglieria e, giustamente, la padrona di casa decide alla fine di chiudere una porta che sinora era sempre stata aperta a chiunque.

Cerco fra i blog distrazione dalle durezze della realtà e dalle sofferenze dei rapporti conflittuali e invece, pur da spettatrice, ne esco con le ossa rotte.

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Diciannove

Il diciannove settembre di diciannove anni fa una ragazzina minuta coi capelli castani lunghi e vaporosi, con dei fuseau (allora i leggings si chiamavano così) verdi ed una giacca a fiori, usciva emozionata dal cancello di casa cercando con lo sguardo un ragazzo alto, con una maglietta colorata, l’amico riscoperto da qualche tempo con occhi diversi, per il loro primo appuntamento.

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La stagione dei buoni propositi

Non devo essere l’unica.

Considerando che, dalla seconda metà di agosto, la televisione ci martella con le pubblicità di collezioni e corsi a fascicoli svariati e talvolta esilaranti, con un primo numero in offerta che poi raramente viene seguito dall’acquisto dei successivi, credo che sia piuttosto comune vivere il mese di settembre con una sensazione di inizio d’anno ricco di propositi e buone intenzioni.

Dopo mesi di cielo azzurro, aria aperta e chiacchiere da ombrellone, già durante il viaggio di ritorno, ripensavo alla mia casa da sistemare, ai bucati da smaltire, all’occorrente per la scuola da acquistare, alle persone da chiamare, alle cose da fare, alle priorità da ordinare.

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Del tempo per me

La mia lunga estate di solitudine è terminata: questa ultima settima di mare, tra bucati, pensieri autunnali e bagagli, sarà la mia vera vacanza, visto che Papà in 3D finalmente ci ha raggiunti e poi torneremo a casa insieme.

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Il mio consulente d’immagine

Dialoghi tipici fra un marito generoso ed una moglie in cerca di rassicurazioni e anche un po’ di complimenti:

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Amore disinteressato

Papà in 3D, dopo una decina di giorni insieme a noi al mare, è tornato a Milano a lavorare.

Alla mattina, quando apro una nuova giornata trangugiando il mio caffè tra latte al cioccolato, cereali e biberon, mi sento sola.

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