Chiedi a papà, fidati di lui

Prima ancora che per collaborare come genitori, è indispensabile per la coppia: la fiducia, che è innanzitutto stima reciproca.È andato in onda per dieci settimane su Rai3 il programma televisivo Chiedi a papà, che, con la struttura narrativa del docu-reality, ha raccontato le vicende di venti famiglie italiane alle prese con una situazione per loro inusuale: il papà a prendersi cura da solo dei figli per cinque giorni, mentre la mamma si trova in vacanza, in totale isolamento. Ecco, ora mi piacerebbe chiedere a quelle venti coppie, che torneranno tutte insieme per una puntata conclusiva di questa prima stagione domenica pomeriggio alle 16.30, cosa sia cambiato e come siano andate le cose fra loro dopo il programma.

Perché è vero che, quando si parla di gestione familiare, suddivisione dei compiti e organizzazione del tempo di uomini e donne, è giusto scomodare statistiche, sociologia, politica e stereotipi culturali, ma a me, ascoltando le storie del programma e tante conversazioni che ne sono nate intorno, non esce dalla testa che alla base delle decisioni di una famiglia ci sia sempre una coppia, che era una coppia prima dell’arrivo dei figli e che, dopo, si è trovata a fare i conti con un nuovo sguardo da posare su se stessa, diventata una famiglia, e sul compagno, diventato anche genitore.

Quando penso a me e Luca, insieme ormai da venticinque anni, una delle parole che per prime mi vengono in mente è progetto: abbiamo sempre avuto un progetto su di noi, che è cresciuto con noi, che è anche cambiato con noi, ma che è ancora il nostro progetto. E poi penso alle parole fiducia e stima, che avevo per lui quando eravamo ragazzini e ci siamo scoperti innamorati, quando abbiamo iniziato a costruire seriamente il nostro progetto, ma di cui forse ho compreso il significato più profondo solo quando abbiamo cominciato a dividere la responsabilità di essere genitori insieme.

Quanto la fatica, la stanchezza, la sensazione di non farcela a star dietro a tutto, le divergenze di opinione sull’educazione dei figli, i ritmi frenetici della quotidianità familiare possono costituire il terreno di scontro e di divisione più insidioso se ci si ostina a considerarsi soli, tanto la scoperta di potersi fidare dell’altro nel prendersi cura di quanto si ha di più prezioso, i figli, può rappresentare un’occasione preziosa di crescita per la coppia.

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Non importa come abbiamo deciso di dividerci le mansioni e il tempo, io so che Luca per i nostri figli c’è, e c’è in maniera significativa: so che lo aspettano al rientro dal lavoro per ripetergli le lezioni di scuola, so che ognuno di loro si rivolge a lui prima che a me per alcune cose, so che lo sentono partecipe in ogni ambito della loro vita e particolarmente vicino in alcuni interessi e, anche se non ho ancora mai sentito il bisogno di prendere una vacanza di una settimana dalla mia famiglia, so che, quando non ci sono, quei quattro se la cavano benissimo. E questo non mi fa sentire meno importante, anzi mi fa stare bene e mi fa pensare, una volta di più, quanto abbia scelto bene il papà dei miei figli.

Se davvero, come mostrato da Chiedi a papà, esistono ancora in Italia tante famiglie in cui i papà si ritrovano a occuparsi dei figli solo quando le mamme si allontanano da casa, mi sento di dire alle mamme: fidatevi dei vostri compagni e ai papà: fatevi avanti, perché forse non è proprio vero che le vostre compagne non siano disposte a delegare… provate a proporglielo.
E, per chi non fosse ancora convinto, aggiungo che questa cosa fa bene alla coppia: rimettere in gioco la fiducia, rinnovare la stima, comprendere il valore dell’impegno dell’altro. E poi… cosa c’è di più sexy di un papà che accudisce amorevolmente i suoi figli?

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