Dire, fare, mangiare, giocare

Un invito di FattoreMamma vuol dire sicuramente buona compagnia, chiacchiere e qualcosa di particolare da fare per mamme e bambini. Questa volta si è trattato di un invito a cena con formaggino, il formaggino Babybel: quello della canzoncina allegra che resta in mente e la cera rossa intorno.

Alla #cenaBabybel, contravvenendo alla regola aurea “a tavola non si gioca”, i miei figli hanno scoperto le reticelle coi formaggini rotondi, di cui fare scorpacciate mentre pasticciavano liberamente con la cera dell’involucro.

Cena Babybel: i bambini giocano con la cera

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Un’estate inaspettatamente leggera

Dieci anni fa trascorrevo la mia prima estate in questa cittadina della Liguria, arrivando qui col mio insonne e irrequieto primogenito di 17 giorni.
Da allora, ogni anno stessa spiaggia e stessa cittadina ligure, con la famiglia che si è allargata e complicata sempre di più, la mia percezione dell’estate è sempre stata quella di un periodo intensissimo e faticoso fisicamente, tra sabbia, caldo, docce, carico di giochi e attenzione da mantenere sempre al massimo per tenere d’occhio i tre tutto il giorno in spiaggia.

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Un po’ di miniclub

Non credevo di essermelo dimenticata, invece mi ha sorpreso quasi come fosse una novità l’ascoltare due quattrenni giocare qui in casa.
La Piccolina ha inaugurato, finalmente in prima persona, la stagione degli inviti alle amichette e così sono tornata indietro nel tempo. Relegati i fratelli maggiori al ruolo di divertiti spettatori, per un paio d’ore hanno comandato due piccole donne, tra bambole, cucina, pennarelli e approcci alla danza.

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Inaudito relax

Domenica, tardo pomeriggio, al rientro da un intenso weekend al mare.
Papà in 3D coi bambini in visita dalla nonna, casa deserta.
Disfo le borse, faccio partire un bucato, preparo l’occorrente per l’inizio della settimana di scuola, mi infilo al supermercato per una spesa al volo.
Mi resta una decina di minuti…

Idea peccaminosa: mi faccio un bagno!
Con la schiuma, e la spugna per il peeling, persino la pietra pomice.

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Avere un fratello

Avere un fratello significa poter iniziare a giocare coi regali di Natale appena aperti, immediatamente, senza dover aspettare la disponibilità del Papà o di invitare a casa un amichetto. Avere accanto un compagno di giochi per il subbuteo, l’allegro chirurgo e il calcetto, sempre, anche la mattina appena sveglio. Avere vicino un complice di risate, cantate e zuffe, sempre, anche in macchina o mentre ti annoi perché gli adulti parlano fra di loro.

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Prima settimana di scuola

La scuola ricca di iniziative originali, di esperienze al di fuori dell’edificio, di laboratori e di corsi sportivi che per due anni ha frequentato il mio Bimbo Grande non esiste più.
Le sue due maestre sono ancora lì, disponibili e piene di idee, ma non hanno più il tempo né la possibilità di dare alla classe tutto quello che vorrebbero: l’orario formalmente non è cambiato, i bambini trascorrono ancora a scuola 40 ore, ma non ci sono più quelle 4 ore di compresenza delle maestre che permettevano di organizzare le uscite e la maggior parte delle attività extracurricolari o anche solo artistiche.

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