In un grande cortile

In questa stagione, il cortile di una vecchia scuola milanese si apre una domenica mattina per ospitare bambini e genitori all’arrivo della marcia per le vie del quartiere.

Anni fa c’erano due bambini, fra i tanti, che non si conoscevano, con classi e amici diversi, ma che percorrevano, trascinati dal gruppo, quelle stesse strade e poi giungevano in quel grande cortile, stanchi e soddisfatti, un po’ smarriti nella folla.

Poi quei due bambini, da ragazzi, si sono incontrati e, in altri cortili, hanno imparato a volersi bene ed hanno fatto progetti, in quell’età in cui di certi ricordi si ha pudore e in cui si pensa che la libertà debba portare lontano dai luoghi e dalle emozioni dell’infanzia.

Invece ieri quei due si sono ritrovati a fare proprio quella stessa marcia: Lui a correre con i loro due bambini più grandi, Lei a seguire un po’ in disparte, con la Piccolina sul passeggino, a ripercorrere quelle strade ormai note e a rientrare poi in quel cortile assolato, cercando subito Lui con lo sguardo, per leggergli negli occhi le sue stesse emozioni, per sentirlo raccontare orgoglioso che il loro Bimbo Grande è stato velocissimo e che il loro Bimbo Grandicello è riuscito a tenere il ritmo del gruppo degli amici del fratello senza mai mollare, per stare insieme a guardare i loro tre cuccioli giocare sotto i vecchi ippocastani di quel cortile che, adesso che si sono trovati, sembra loro molto meno grande.

8 Thoughts on “In un grande cortile

  1. Sabato al Mam si parlava della mancanza di un blog di famiglia. ma la vostra idea mi piace ancora di più: raccontare da due punti di vista: BRAVI! E io mi sono emozionata con il tuo racconto.

  2. che dire … siete una famiglia me-ra-vi-glio-sa!!!
    sono andata a sbirciare il blog della tua dolce metà e non posso che definirvi così …
    continuate così, a ripercorrere strade familiari, a scrivere ai vostri figli le vostre, le loro emozioni
    paola

  3. Ma è tutto vero?? Sembrate davvero perfetti… Ma sono solo io che ho una questione al giorno da discutere in famiglie e 9 su 10 il punto di vista è totalmente differente?!

  4. Renata: a dire il vero, non è che avessimo un progetto…
    E’ successo che mi sia avventurata in questa storia del blog, di cui all’inizio avevo anche un po’ di pudore, e che poi Papà in 3D, oltre ad appoggiarmi, abbia avuto voglia di provare a sua volta.
    Non so quanto spesso capiterà che scriviamo delle stesse cose, però sarà possibile. E ci faceva un po’ ridere far finta di non conoscerci.

    PaolaFrancy: grazie :-)))

    Mamma che fatica: veri sì, ma nooo… perfetti nooo!

  5. Questo post trasuda tenerezza. La tenerezza dei ricordi e la tenerezza dell’oggi.

  6. Ciao mamma 3D,
    grazie mille di aver commentato sul mio blog, così ti ho scoperto! Mi piacete già e ho letto pochissimo!
    Emoziona sempre ritornare ai luoghi della propria infanzia, quando la vita si dilatava in giorni eterni e luoghi enormi…

    Ciao ciao
    Angela C.

  7. che bello leggere i vostri sguardi…
    e poi la tua riflessione sulla libertà mi ha molto toccato… quando pensi che essere liberi significhi allontanarsi dai luoghi e le emozioni dell’infanzia…

    già.. magari invece la libertà è proprio riuscire a ritrovarcisi, magari riuscendo a riassaporarne l’atmosfera…

  8. Sheireh: grazie di questo tuo primo commento. Torna a trovarmi.

    Angela C2: anche per me oggi è stato un piacere capitare nel tuo blog, che ho già aggiunto nei miei link!

    Caia Coconi: credo che siano tanti e diversi i percorsi che possono portare a sentirsi liberi… e da ragazzi si è giustamente pieni di domande e aspettative…
    Poi magari si scopre che anche ricalcare le strade conosciute tenendo per mano i propri figli può essere così semplicemente speciale.

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