40 anni

40-anni-disegni-bambiniNascere in giugno significa, da ragazzi, festeggiare lasciandosi travolgere insieme dall’euforia per la fine della scuola e l’inizio dell’estate. Lo sta imparando la mia Piccolina, che ha spento le sue candeline tre giorni fa, in una giornata ritagliata a fatica nel periodo delle innumerevoli feste e recite di fine anno scolastico.
E così per me ha significato, sette anni fa, festeggiare nel modo più bello, tornando a casa dall’ospedale dopo la sua nascita, finalmente tutti e cinque insieme.

Oggi, sarà che questo mio quarantesimo compleanno è arrivato in un periodo in cui sono particolarmente stanca, impegnata su vari progetti ancora aperti nel momento in cui i figli sono a casa da scuola e guardiamo come a un miraggio al trasferimento al mare… ma non posso dire di non sentirne un certo peso, un po’ più di quello che mi aspettavo da una ricorrenza puramente simbolica.

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Frivolezze estive: confessioni (e sfogo) di un fototipo chiaro

Creme solari alta protezione per fototipo chiaroSono stata bambina dalla pelle chiara e sensibile, quando ancora non era di moda parlare di fototipo né cospargersi di elevate protezioni solari: mi ci voleva almeno una settimana per abbandonare l’ombrellone e la maglietta e dimenticare il prurito dell’eritema.

Sono stata adolescente negli anni dei lettini UVA e delle prime creme autoabbronzanti, che diffondevano coloriti aranciati in tutti i mesi dell’anno, mentre io passavo dal bianco lunare al rossore, che fosse per il sole o per il freddo.

Durante le prime vacanze in compagnia, in alta montagna o in calette sul mare tutte sole e salsedine, mentre i miei amici sperimentavano ogni genere di olio da frittura o si coprivano il viso di neve per accelerare l‘abbronzatura, io mi difendevo come potevo con fattori di protezione che assumevano numeri sempre più elevati e, fortunatamente, consistenze sempre meno simili al cemento, pur di sostenere senza troppi danni e fastidiose scottature i ritmi delle vacanze da ggiovani, selvagge e sotto la canicola.

Con le responsabilità della maternità, lo spostamento delle priorità estive dal culto dell’abbronzatura all’accudimento dei bambini, l’abitudine al lungo soggiorno al mare in Liguria, a latitudine non tropicale e con il conforto di comodità da spiaggia attrezzata come l’ombrellone e la doccia di acqua dolce, ho imparato un po’ di cose concrete per una serena convivenza con questo mio fantomatico fototipo 2:

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Il mio consulente d’immagine

Dialoghi tipici fra un marito generoso ed una moglie in cerca di rassicurazioni e anche un po’ di complimenti:

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Quale modello femminile?

I miei due figli maschi sono da sempre abituati ad essere pettinati piuttosto sommariamente con le mani.
Anche la Piccolina, per ora, ha una testa di riccioli che disciplino col balsamo e districo con le dita.

Così, quando ieri sera il Bimbo Grandicello ha visto Papà in 3D mentre si pettinava dopo la doccia, gli ha chiesto stupito:

“Ehi, Papà, ma non sei una femmina! Perché usi la spazzola?”

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What’s Ape?

Ape, Ape, Ape!
Questo era il contenuto di una delle mail scambiate fra le mamme della classe di mio figlio.
A leggere Ape, la prima cosa a cui ho pensato è stata quella che mi ha punto l’estate scorsa.
Ma non si trattava della segnalazione di un’emergenza ambientale, bensì della proposta per il nostro ritrovo primaverile: Ape come aperitivo.
Sarà che non ho mai chiamato la maturità Matura, il supermercato Super, il biberon Bibe… ma questo gergo da Milano da bere proprio me l’ero perso!

Cosa si indossa a un Ape? Ho solo jeans, magliette e ballerine.
Cosa si ordina a un Ape? Se bevo qualcosa di alcolico mi addormento, esiste ancora il succo di pomodoro?
Cosa ci faccio io ad un Ape?

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