Qualche settimana fa, nel racconto Moonlight shadow, che chiude il bellissimo Kitchen di Banana Yoshimoto, ho letto l’illuminante frase:
Intraprendere qualcosa di nuovo partendo dagli oggetti è la cosa peggiore, ma bisognava guardare avanti.
Ho risentito il sapore dei mesi di gravidanza, tra fantasie e timori e la sensazione di salto nel buio che ha accompagnato gli acquisti per il corredo del mio primo bambino. La pancia cresceva, il piccolo scalciava con forza a ricordarmi la sua vivace presenza, tutti intorno chiedevano, dopo il sesso e la data prevista per il parto: “allora avete comprato già tutto, vero?”. E così, stanca di rispondere “mi sembra ancora presto”, ho deciso di spingere in un angolo l’istintiva scaramanzia e, allo scoccare del settimo mese, ho iniziato con Papà in 3D a varcare soglie di negozi per l’infanzia.
Il primo acquisto è stata La Carrozzina: nessun dubbio. Era Lei. Era Quella Blu, con il maniglione grande che avevo visto con invidia spingere dalle mamme-già mamme che mi sembravano tutte così belle e felici mentre andavo a lavorare e, nel segreto, fra un conato di vomito e l’altro, mi accarezzavo la pancina invisibile aspettando che il primo trimestre di gravidanza si concludesse. Era Un Nido di Piquet Bianco che avrebbe cullato morbidamente il mio delicato pulcino ancora caldo…
Poco importava che richiedesse dei tempi di consegna degni di una fuoriserie, che fosse pesante e senza ruote sterzanti. Ancor meno importa che, anziché un delicato pulcino, io abbia poi partorito un nerboruto cucciolo urlante, assai deciso nel manifestare le sue contrarietà e che i lenzuolini ricamati da me e la Nonna in 3D con amore siano finiti tutti stropicciati sul fondo sotto i piedini scalcianti…
Era Lei. Doveva essere Lei, e Lei è stata. Perché è giusto anche concedere qualcosa alla gravida sognante e perché, per altre due volte, quella stessa carrozzina è stata recuperata dalla cantina ed ha tenuto compagnia all’immagine dei miei bambini attesi e li ha poi accolti e portati in giro, sempre più vissuta e cigolante, sempre più parte della famiglia, col piquet bianco segnato dalle manate dei fratelli maggiori.
Poi però qualcosa, o qualcuno, deve averci preso la mano, a me e Papà in 3D, in quei paradisi per la mamma e il bambino.
Perché è vero che il reparto per il bambino è molto più accattivante di quello per la mamma e non puoi portare il futuro papà, di sabato pomeriggio, a soppesare mutandine a rete o guaine contenitive per il dopo-parto.
Perché è vero che quelle commesse lì, che ti aspettano al varco, non devono mai aver aver visto un neonato se non in fotografia e, in compenso, hanno affinato un’ottima tecnica per intortare gli aspiranti genitori incerti e sprovveduti.
Perché io c’ero, eppure non riesco a giustificarmi la presenza, in casa mia, di alcuni oggetti ancora nuovi, mai usati.
Chi ha introdotto in bagno quel pesciolino verde per misurare la temperatura dell’acqua del bagnetto, dal momento che sono sempre stata in grado di controllare con una mano prima di entrare in una vasca e allo stesso modo non ho mai gettato i miei bambini alla cieca nell’acqua bollente pur senza l’aiuto di nessuno strumento?
Da dove vengono tutte quelle buste termiche portabiberon, considerando che i miei figli, nel primo anno di vita, si sono abbeverati solo al mio seno?
A cosa sarebbe dovuta servire quella lampadina notturna a forma di stellina, in una cameretta che non rimane mai al buio perché dalla finestra del bagno, senza tapparella, filtra sempre la luce?
Come abbiamo potuto non una, non due, ma ben tre volte comprare quei delicatissimi umidificatori ad ultrasuoni, quando, in realtà, il nostro pediatra ritiene che sia sufficiente un bucato steso per ridurre la secchezza dell’aria riscaldata?
Ma, soprattutto, mi domando: come ho fatto a lasciarmi convincere che, con solo qualche euro di differenza, valesse la pena che il baby monitor (quella simpatica radiolina per portarti il pianto del tuo bambino sempre con te, insomma) fosse dotato dell’accessorio in grado di rilevare persino il respiro? Ma quante ore di sonno profondo mi figuravo? Ma cosa avevo in testa?
Non me lo ricordo più. Tutto cancellato da mesi di notti trascorse dormendo tre mezze ore per volta (e tre mezze ore non sono un’ora e mezza!), di un sonno leggerissimo, interrotto dal minimo movimento del mio irrequieto bimbo, con la mano dentro alla culla pronta a riacciuffare il ciuccio.
Se qualcuno avesse la risposta e ritenesse utile un tale aggeggio, non ha che da farsi avanti: è ancora qui, a disposizione. Sempre che otto anni sul fondo di un cassetto non ne abbiano danneggiato i sensibilissimi sensori…
Questo post partecipa a Mamma che ridere!
Entra una pancia, in quei negozi lì e, diversamente da tutti i negozi che io abbia mai frequentato prima in vita mia, ti ritrovi a disposizione non una, non due, ma almeno tre gentilissime, sorridenti, disponibili, accoglienti commesse… e come fai a non spendere tutti i tuoi soldi, quando ti dicono che se non compri biberon, ciucci, scaldabiberon, tutine di tutti i tipi possibili e immaginabili, calzini, cuffie, body spaccadita e unghie, accessori che mai avresti immaginato esistessero e via dicendo, NON SEI UNA BUONA MADRE? Non hai ancora comprato il termometro per l’acqua del bagnetto? Ma come fai che se l’acqua non è a 37 gradi il bambino… (cosa succede, muore, bolle, diventa un pinguino, COSA, COSA SUCCEDERA’ MAI??).
Con la seconda pancia bypassavo allegramente commesse e gerenti dei negozi in questione inserendomi in modalità Secondo Figlio: so già tutto grazie! E finalmente ho trovato cose di cui davvero avevo bisogno e che con il primo figlio costringevo il marito a ronde notturne nella farmacie di turno (con costi esorbitanti…).
ehm, io di cose così ne ho fatte un bel po’. tipo comprare una fascia (bella, eh, bellissima!), fare le prove a casa con la bottiglia da 2 litri della coca cola, e poi, una volta arrivato il pupo, scoprire che non somigliava proprio alla bottiglia della coca cola e trovare la fascia semplicemente inusabile. la fascia l’ho restitutita, cambiandola con un più prosaico porte-enfant (chissà se si scrive così).
poi, sentendomi molto avanti come mamma, mi sono rifiutata di comprare la bilancia, pur nella disapprovazione della commessa che tu descrivi così bene. ma a un certo punto si è resa necessaria, e io: “non se ne parla nemmeno. la noleggio”. detto, fatto. ecco, ora io non ricordo la cifra che mi costò quel noleggio (sono passati almeno 6 anni), ma di sicuro ammontava almeno al doppio del prezzo di una fichissima bilancia pesa bebé.
che cosa non si farebbe per un cucciolo!
ma sai che io un’ utilità lo trovata???
mio figlio adora far finta di comunicare con nonsochi con la vecchia radiolina-ascolta-respiro mai usata !!!
è lì nel suo banchetto degli attrezzi e guai a chi gliela tocca …
altri usi, mi spiace, non ne ho trovati …
paola
Ulcy: “Nessun regalo, nessun acquisto per il cucciolo, mi raccomando, voglio prima fare la morfologica” Scaramanzia.
20 settembre 2009 morfologica, tutto ok.
E via! Partono gli acquisti. Ma non da parte mia. Non faccio in tempo a tornare dall’ecografia che scatenate mamma e suocera arrivano con calzine, body, tutine, cappellini, golfini, felpine, scarpine, quasi gareggiando tra loro sul regalo più bello….
Mannaggia a me che, non guidando col pancione, non posso andare da sola per negozi e fregarle sul tempo!!!
Almeno per carrozzina e cameretta mi hanno permesso di scegliere portandomi in negozio. Grazie.
Ulcy:” Spero di poter allattare, per scaramanzia non comprate biberon & company”
Risultato: niente latte, tette in sciopero, capezzoli frantumati dal cucciolo affamato che “succhia succhia ma niente”!.
Torno dall’ospedale con cucciolo e spedisco di corsa in una giornata di neve suoceri e mamma all’acquisto di sterilizzatore, biberon, scalda biberon ecc… A chi è toccato andare in farmacia per acquistare coppette paracapezzoli d’argento?….Suocero…
Passa qualche settimana e tocca ai giochini. Mamma e suocera ricominciano la gara (quella dei vistitini non è ancora finita a dir la verità..)E’ vero che andare in giro per negozi non è la mia passione, è vero che i vestitini costano e se te li regalano si risparmia
PERO’!!! UFFA!!
se dovessi fare un altro figlio blocco tutti con la scusa della scaramanzia (che mi ha rovinato le tette!!!) e mi fiondo dalle accoglienti commesse dei negozi per bimbi molto presto, magari anche prima che dal ginecologo!
Angela C2: hai ragione! E io che già mi sono sentita una dura perché sono riuscita a resistere agli assalti delle commesse e a non comprare -udite udite!- lo sterilizzatore e lo scaldabiberon (voglio allattareeee!!!) e persino il famigerato paracolpi (e cosa si dovrà mai fare contro le sbarre del lettino, e chi sarà mai? un ariete?!)…
Giuliana: bella l’idea della bottiglia di coca da due litri… certo, un po’ dura! E poi, per simulare i miei frugoletti, avrei dovuto utilizzarne almeno un paio 🙂
PaolaFrancy: ma quanto sono buffi quando giocano con le rice-trasmittenti? I miei abbassano la voce e poi si sentono lo stesso, da una stanza all’altra, senza bisogno della radio… ma pensano di fare chissà cosa a parlare dentro quegli affari 😀
Mamma Ulcy: ho sempre usato la tua stessa scaramanzia, ma giù le mani dal mio shopping!!! Devo essere stata piuttosto convincente, perché nessuno ci ha provato 🙂
ancora più ridicolo: noi abbiamo cataste di lenzuolini e copertine e federe e i miei figli hanno sempre dormito scoperti, anche d’inverno, e senza cuscino. Tanto che le lenzuola di sopra le usiamo al nido (e col passaggio alla materna stop) e le federe spesso diventano sacchetti per le scarpe.
ma anche io ho ceduto ad un acquisto che mi è costato un sacco di soldi e alla fine non ha avuto una grande utilità: il cuscino da allattamento. Mi sono auto-convinta che lo volevo assolutamente e me ne sono comprato uno bellissimo pieno di semini bio. Bello eh! E anche comodo. Ma non meglio di un bel cuscino ben fatto.
Per un po’ l’abbiamo usato come cuscino del divano. Ora staziona a casa di mia cognata neo-mamma.
La storia del cuscinone continua….
Clara, ciao. Ecco: pensa che ero un po’ dispiaciuta di essermi persa il cuscino per l’allattamento, perché otto anni fa non era ancora così in voga e alla fine, anche con gli altri due bambini, ne ho fatto a meno… vuoi dire che sarebbe stata l’ennesima cantonata? Allora meglio così 🙂