Come un figlio unico

Si chiama espansore rapido del palato. È un apparecchietto fisso, con una vite da far ruotare inserendo una chiavetta in un minuscolo foro ogni due giorni, ed è rapido davvero: in due mesi il nostro Bimbo Grande, senza grossi disagi, sembra aver risolto una malocclusione piuttosto marcata e, con qualche altro mese di mantenimento, sarà libero e ancor più bello di prima.

E poi, grazie a questo apparecchietto, abbiamo imparato a ritagliarci un paio d’ore da trascorrere insieme, da soli: a mezzogiorno lo vado a prendere a scuola, con una breve passeggiata raggiungiamo lo studio dentistico per il controllo mensile che dura una ventina di minuti, e poi, sulla strada del ritorno, ci fermiamo in un bar per mangiare un panino. Siamo una coppia insolita nel panorama della pausa-pranzo milanese, me ne rendo conto dalla tenerezza con cui i camerieri trattano il giovanissimo cliente e premurosi gli domandano se sia tutto di suo gusto, mentre lui mangia lentamente e si guarda intorno.

Ancora in tempo per una mezz’ora di intervallo in cortile e per le lezioni pomeridiane, lo riporto a scuola, come se niente fosse, come se nessuno si fosse accorto di quel paio d’ore che abbiamo rubato. Da soli io e lui, il mio ragazzino che sta crescendo in fretta e che, ogni tanto, mi piace poter ascoltare con calma, senza i fratellini intorno, portandomelo in giro per una passeggiata inusuale.

15 Thoughts on “Come un figlio unico

  1. questo tuo racconto mi ricorda un lungo periodo in cui, per un grave motivo di salute quando ero piccolina, dovevo andare all’ospedale molto spesso, L’unico bel ricordo che ho è del tempo passato da figlia unica, come tu ben dici, con mamma o papà. e un piccolo regalino di premio. tutto il resto da dimenticare…

  2. Hai saputo descrivere come un problema, per fortuna in via di risoluzione, possa avere sfaccettature positive.
    A volte è bellissimo potersi ritagliare degli attimi in cui scordare che ci sono altri fratelli o sorelle e coccolarli un po’.
    bellissimo post…

  3. valewanda on 26 Marzo 2010 at 00:06 said:

    bello quest’angolo Vostro, bella anche l’idea del bar! Anche a me piacciono queste cose con Mattia 🙂

  4. Il 20 aprile O’Pensieroso ha la visita con l’ortodonzista… e temo che ci tocchi anche a noi l’espansore etc. etc. (mamma mia se penso a quanto ci costerà, mi sento male). Conoscendolo, più che un bel momento tra noi, sarà una tragedia prima, durante e dopo… Amleeetooo, dove sei???

  5. E’ bello come hai saputo tirare fuori il lato positivo della cosa.
    E poi mi immagino voi due a Milano in pausa pranzo in mezzo a tutte le schiere di impiegati che corrono e si ammazzano per un panino perchè hanno solo un’ ora di tempo … ( tutta esperienza fatta … )!

    ciao! paola

  6. ci voleva proprio!
    perchè tre figli non sono “la prole” ma tre persone diverse. ma purtroppo spesso mancano il tempo e le energie per viverli singolarmente. ed è un peccato.

  7. Mi ci ritrovo completamente (e non e’ una sorpresa, mi ritrovo in tanto di quello che scrivi). Perche’ e’ bello avere delle nicchie di tempo con i singoli, oltre che godersi l’insieme, il coro.
    Io ho due momenti dedicati, per cui faccio i salti mortali per esser presente: il taekwondo del Grande e la logopedia del Piccolo. Due momenti in cui me li godo da soli, possibilmente senza fretta.

  8. in prima elementare ogni martedì alle due io “rubavo” da scuola Elena, che pativa da matti il tempo pieno. la portavo in bicicletta dall’oculista a fare gli esercizi per raddrizzare gli occhi (utilità zero, come poi si è visto), ma era soprattutto un pretesto per ritagliarci qualche ora noi due sole e campare fino alla fine dell’anno.
    in seguito abbiamo cambiato sia la scuola, sia l’oculista, con grandissima soddisfazione.
    🙂

  9. Che bello. Ogni tanto anch’io, di venerdì, vado a prendere Amelia alle 13 e me la porto in centro per un panino e qualche commissione. Peccato che non riesca a farlo da un po’…

  10. COnosco quell’apparecchio. Penso di averne messi di tutti i tipi ma mi immagino ora siano ancora più indiscreti. Io sembravo un marziano…

    Sai, forse sarà il ciclo, gli ormoni, la notte in bianco…mi sono commossa. La descrizione di te insieme al tuo ragazzotto mi ha fatto pensare al mio piccolo grande SuperT. Vorrei davvero potermi ritagliare dei momenti da sola con lui. Stanno crescendo in fretta e a volte mi sembra di perderli un po’…

  11. Maggie: immagino. Un abbraccio.

    Beba: grazie! Ma sì, per fortuna è un problema piccolo piccolo.

    Valewanda: lo so quanto lo coccoli, il tuo Mattia!

    Angela C2: effettivamente, anche la firma sull’assegno è stata rapida… In bocca al lupo!

    PaolaFrancy: ecco, il quadro tu lo conosci bene 🙂

    Polly e Soleil: è vero, è bello vederli insieme, ma è anche giusto dare loro delle attenzioni esclusive. E si ritaglia il tempo dove si può.

    MAQ: credo di poter capire. Le visite dall’ortottista e la terapia occlusiva per l’ambliopia del Grandicello varrebbero un altro post…

    Lanterna: anche le uscite al femminile devono avere il loro perché. Aspetto che la mia Piccolina cresca ancora un po’.

    Wwm: fortunatamente l’apparecchietto non è troppo ingombrante e poi, messo precocemente, non provoca dolore perché il palato è ancora morbido.
    Hai ragione, crescono in fretta. Ma, quando sono un po’ più grandi, anche poco tempo insieme può essere goduto con una bella consapevolezza.

  12. mai come oggi capisco le tue parole e mi ci ritrovo…
    Giulia

  13. Anche io adoro quei piccoli momenti rubati con uno o l’altro bambino. Spesso l’occasione è una visita medica, ma poi ci attacchiamo un panino al bar, due chiacchere in pace. Una coccola che tutti e due apprezzano molto.

  14. Mi riprometto sempre anche io di farlo, di dedicare un po’ di tempo al grande, a lui solo… e poi finisce sempre che il fratellino si intrometta. Devo trovare il modo, magari non con il dentista, ma è un’idea.
    Un abbraccio.

  15. Giulia e tribù: ho letto da te… ti capisco anch’io! Un abbraccio.

    Oh mamma: ecco, è proprio così 🙂

    Renata: bentornata dal tuo viaggio!
    Sarebbe bello trovare occasioni diverse, ma in quelle più divertenti è difficile non coinvolgere anche i fratelli, così rimangono le visite mediche… in cui si fa di necessità virtù.

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