Del tempo per me

La mia lunga estate di solitudine è terminata: questa ultima settima di mare, tra bucati, pensieri autunnali e bagagli, sarà la mia vera vacanza, visto che Papà in 3D finalmente ci ha raggiunti e poi torneremo a casa insieme.

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Un’ordinaria mezza giornata

La sveglia alla solita ora.
La colazione con Papà in 3D e poi il latte per i due maschietti.
La biancheria asciutta da piegare e la prima lavatrice della giornata da far partire.
Un bacio al Papà che esce, un’occhiata al computer appena acceso.
Poi i vestiti per tutti, i letti rifatti e il biberon per la Piccolina mentre mi preparo anch’io.
Sulla porta, al volo: gli occhiali al Bimbo Grandicello, la borsa, il passeggino, il telefono, la nota della spesa preparata ieri sera, le chiavi… e usciamo.

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I primi cento giorni

Cento giorni di blog.

Non che all’inizio avessi un progetto, un programma né un impegno. C’era solo il desiderio di ritagliarmi uno spazio mio, questa quarta dimensione, aspettando di vedere a cosa avrebbe portato.

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Quando la moglie diventa blogger

Proprio non sono capace di avere dei segreti con Papà in 3D.

Così il brivido della mia identità sconosciuta nella blogosfera è durato all’incirca mezza giornata: il tempo di scegliere nickname e titolo del blog, e poi già gli ho raccontato tutto e lui, non so bene se divertito o incuriosito, non mi sembra infastidito nè critico, mi ha fatto persino da consulente d’immagine nella personalizzazione del template, destreggiandosi con pazienza fra impercettibili variazioni di toni di viola, di caratteri, stili e dimensioni.

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Cosa può dirti una libreria

E pensare che tutto è cominciato con Facebook.

Qualche mese fa mi sono iscritta anch’io al social network globale: all’inizio un grande entusiasmo, la sensazione di aver l’occasione di mantenere contatti resi difficili dalla vita casalinga, di poterne recuperare altri, poi, oltre a qualche effettivo vantaggio, la scoperta che, tutto sommato, se alcuni rapporti si erano lasciati andare è proprio perché da dirsi non c’è ormai molto, e così un progressivo ridimensionamento dello strumento.

Però, per vie più o meno traverse, è stato Facebook che mi ha portato a conoscere il fenomeno del mommyblogging: qui, al contrario, dopo un’iniziale diffidenza, sono stata rapidamente inghiottita dal vortice, per lo meno come lettrice, proprio per la scoperta opposta, di poter avere molto in comune, per interessi e sensibilità, con persone mai viste prima.
E, dopo poco, è arrivata anche la tentazione di avere un blog tutto mio: vuoi vedere che, con questa mia vita così fuori moda, sottovalutata e apparentemente sempre uguale, ho anch’io qualcosa da dire? e magari ci sarà persino qualcuno che ci troverà qualcosa di interessante?

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La mia quarta dimensione

Quando ho cominciato timidamente a lasciare dei commenti su qualche blog, soprattutto di altre mamme, mi si è presentato il dilemma della scelta di un nickname.
Ho 3 bambini e così la mia vita è scandita dal tempo di un valzer:
dove sono? 1, 2 e 3: eccoli,
cosa stanno facendo? 1,2 e 3: ok,
devo svegliarli, lavarli, nutrirli… 1,2 e 3: fatto,
ho una strana sensazione, non me ne sarò mica dimenticata uno? 1, 2 e 3: no, meno male!
Perciò il numero 3 doveva assolutamente comparire nella mia identità virtuale.
Trovato: Mamma in 3D.

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