Una spolverata all’autostima

La cartella bordeaux con cui andavo a lavorare, svuotata di tutto il materiale raccolto con pazienza, è finita da anni su uno scaffale alto per lasciar spazio agli zaini di scuola dei bambini.

La calcolatrice scientifica ora trova posto in cucina dove mi torna utile per le somme delle spese a fine mese, per calcolare la percentuale di liquidi necessari perché il pane lieviti correttamente a seconda della forza della farina utilizzata o per dosare i farmaci in proporzione al peso dei figli.

Le conoscenze di meccanica ed elettromagnetismo mi soccorrono per rispondere alle domande più disparate dei bambini e quelle di termodinamica mi fanno compagnia ai fornelli davanti a pentole in ebollizione.

Il rigore logico del metodo ipotetico-deduttivo permea il mio pensiero, l’approccio analitico è quello con cui spontaneamente mi accosto agli avvenimenti e alle notizie, la mia curiosità è ancora quella di una volta, ma talvolta ho l’impressione di non poter andare più in là di così.
Le solite frasi “la Mamma sta a casa e si occupa di voi, ma ha studiato tante cose difficili e, quando crescerete, potrà aiutarvi a impararle” e “per un po’ di anni va bene così, poi, chissà?, magari avrò voglia di ricominciare…” mi suonano sempre meno convincenti, offuscate dal timore di aver dimenticato, di aver perso competenze e sicurezza.

Il poter partecipare a conversazioni stimolanti come quella iniziata da Lorenza e proseguita da M di MS mi fa sentire viva e in ottima compagnia, mi motiva e incoraggia, ma spesso non è sufficiente a rendere la mia autostima resistente alla cattiveria dello sguardo compassionevole di chi mi tratta come un’analfabeta di ritorno, relegata ormai ad interrogarsi sull’efficacia degli smacchiatori e a turbarsi per gli aloni sui vetri.

Fortunatamente, però, c’è una persona che ha ancora una grande fiducia nelle mie capacità e ogni tanto succedono cose come queste.

Febbraio 2009:
M3D: “Sai, Papà in 3D? sto pensando di aprire un blog, ma vorrei capire quali siano le possibilità che mi offrono le varie piattaforme, avrei voglia di personalizzare il mio template, ma le opzioni sono limitate.”
P3D: “Ma scusa, prova a modificare tu il codice.”
M3D: “Figurati! Non so dove metter le mani. Quel poco di programmazione che ho studiato l’ho dimenticato e poi usavo altri linguaggi, non so niente di html.”
P3D: “Vuoi che ti cerchi un manuale?”
M3D: “No, per carità. Non stiamo a spenderci soldi. Non avrei la pazienza di mettermi a studiare. E poi non ho tempo. Mi sa che non ne faccio più niente. E tanto non so nemmeno cosa potrei scriverci in un blog…”
Però c’è Internet per informarsi, c’è la mia determinazione, c’è che l’iniezione di fiducia funziona e così, un passo per volta, da autodidatta che va per tentativi ma non si arrende finché non ha compreso il funzionamento delle cose, mi sono ritrovata, in questi mesi, così per gioco, ad imparare molto, a divertirmi, a provare e sbagliare, per poi riuscire e godermi lo stupore di avere ancora la capacità di affrontare e risolvere un problema nuovo.

L’altro ieri, domenica:
P3D: “Sto scrivendo un lavoro su una cosa, avrei bisogno che mi aiutassi a calcolare la somma di una serie numerica.”
M3D, mentre pulisce le verdure e prepara il sugo: “Io?? Guarda che non mi ricordo niente. Al massimo posso vedere di tirar fuori i miei appunti, ma potrei non essere in grado.”
E invece, dopo pranzo, con ancora addosso il grembiule, scarabocchiando su un foglio di fortuna, mi accorgo che, dopo una rapida occhiata alla serie in questione, dalla penna escono di nuovo simboli e segni, che il gesto è ancora veloce, che il linguaggio mi è ancora familiare. Gli ingranaggi sono solo un po’ impolverati, induriti forse, ma non bloccati. Funziono ancora.

Son soddisfazioni. Piccole, ma soddisfazioni.

21 Thoughts on “Una spolverata all’autostima

  1. Non sei affatto una analfabeta di ritorno. Anzi, dalla quantita di libri che leggi, potresti dare delle lezioni a me per prima…

    Penso che in ogni momento si debba aver voglia di studiare per mantenere quello che si e’ imparato e apprendere nuove cose.
    Chiunque, qualunque lavoro svolga, inevitabilmente dimentica un sacco di nozioni e deve sottoporsi a studio continuo per non perderle e per continuare a mantenere una certa elasticita’.
    L’importante e’ essere motivati.

    Comunque, gia’ da come gestisci la pagina del tuo blog, si vede che sei scafatissima…

  2. sono di corsa, il post meriterebbe un commento migliore, ma la prima cosa che mi viene da pensare è: fossero tutte così, le analfabete (di ritorno, ma anche no) e avremmo risolto i problemi dell’Italia già da tempo! un abbraccio

  3. bellissimo post. capisco e comprendo la necessità di mettere per iscritto certe sensazioni, certe vittorie: dà loro significato e forza

    ma posso dire una cosa? anche guardando, solo superficialmente, i tuoi post, i tuoi commenti attenti e precisi non si potrebbe mai pensare che tu non “funzioni” più!

    un abbraccio, s.

  4. mammaemigrata on 17 Novembre 2009 at 14:55 said:

    ecco vedi, questo te lo devi stampare, e ti tornerà sicuramente utile quando:
    – ti sentirai un po’ depressa
    – uno dei tuoi figli verrà da te e ti dirà “ma perchè cavolo dovrei studiare la matematica che non mi serve a niente?”

  5. Dimenticato competenze e sicurezze? Ne hai da vendere! E sicuramente molte di piu’ di qualche anno fa. E’ solo che le tua scelta adesso è quella di regalarle; non per questo hanno meno valore, anzi!
    Io molto spesso trovo piu’ “challenging” sostenere una conversazione con i miei figli piuttosto che i problemi che ho in ufficio..dove la cosa piu’ stressante è gestire i rapporti con persone che hanno un senso di responsabilità inferiore a quello dei miei figli e dove rigore logico, approccio analitico e curiosità sembrano parole d’altri tempi (e per fortuna qui facciamo ricerca…) scusa lo sfogo :), dici che è per questo che ho aperto il blog?

  6. valewanda on 17 Novembre 2009 at 22:44 said:

    non aveo dubbi, i tuoi scritti rivelano una mente attiva, intelligente, e tutt’altro che arrugginita… La mia lo è molto, ma molto di più… Un abbraccio, Vale

  7. Sono piccole vittorie su la nostra sensazione di cominciare a valere meno,meno perchè ci occupiamo dei bambini e del sugo?
    Allora la piccola soddisfazione ce la prendiamo con noi stesse…

  8. Una prof è per sempre.

    🙂

  9. …e tutto quello che ci dai con il tuo blog?? dove lo mettiamo?? comunque tutte quelle “cose” giornaliere che fai con la tua matematica io me le posso scordare: vivo con la regola del “fare ad occhio” e del più o meno. che spesso non funziona…
    magari avessi io una mente un pò più scientifica!!un abbraccio!

  10. Non è che a tener dietro a casa e figli si diventa cerebrolese, come in tanti pensano. Vedrai che tra un po’ i tuoi figli saranno molto orgogliosi di avere una mamma che sa di chimica fisica e matematica! Magari un aiutino per i compiti serve sempre. E avrai mille idee e opportunità e il tempo più libero per sfruttarle in campo lavorativo. Una grande mente è per sempre. Un abbraccio
    Mariacristina

  11. Come ti capisco!!! Io la mattina lavoro, ma non faccio quello pe cui ho studiato. Adoravo la storia dell’arte e invece ora se qualcuno ne parla è come se gli altri ne sapessero molto di più anche se non hanno studiato per niente. Penso che sia questione anche di carattere: c’è chi ama vantarsi di quello che non ha ma vorrebbe avere e chi invece ha, ma lo tiene per sè. Penso che il tuo bagaglio di cultura sia molto superiore a quello di tanti (comprese le persone che stanno ai vertici della società!!)

  12. Soleil: è la motivazione a studiare che bisogna riuscire a far scaturire da qualche interesse nuovo, altrimenti ci si impigrisce (e l’ottundimento della casalinga è in agguato! :-D).

    Lorenza e Silvietta: grazie, ragazze. Mi intasco i complimenti e magari cresco anche un po’ di statura 😉 Vi abbraccio.

    Mamma emigrata: eh, no, eh… in casa mia questo non si potrà dire mai… 😛

    Laura.ddd: mi sa che è per questo che tutte noi abbiamo aperto i nostri blog! E sembra che effettivamente ci faccia bene.

    Valewanda: affaticata, non arrugginita… Un abbraccio forte.

    Chiara: tu mi capisci 🙂

    Castagna: prof è una parola grossa… detta da te, poi! 🙂

    Maggie: il fare a occhio deve avere i suoi vantaggi… sicuramente lascia più spazio alla creatività!

    Mariacristina: matematica e fisica sì, mentre, a onor del vero, con la chimica non sono mai andata d’accordo. Comunque, grazie! L’incoraggiamento ha un valore enorme 🙂

    Mamma di corsa: hai ragione, il carattere nel far mostra delle proprie conoscenze ha una grande importanza… anch’io solitamente sono più per il basso profilo. Solo che poi, col tempo, rischiamo di convincerci di non valere un granché. E allora tutti questi complimenti, ogni tanto, fanno un gran bene!

  13. Ciao!
    Due osservazioni:
    – il marito che ti apprezza è un grandissimo asset. Proprio ieri sera ne parlavamo con Jolanda. Dedicarsi alla famiglia ed essere molto apprezzate per questo, in primis dal partenr, è alla base della propria autostima (per molte donne non è così, purtroppo).
    – il tuo ragionamento mi riporta paro paro a quello che ho sentito ieri sera al Momcoach. Ma adesso sono di fretta, missà che ti devo rispondere con un post;)

  14. Passo solo per dirti che quello che io vedo dai tuoi post è una donna con una capacità di analisi, una consapevolezza e una conoscenza di te, una pacatezza di toni che denota sicurezza di sè e accoglienza verso gli altri.. che non sono affatto indifferenti.
    E potrei andare avanti ancora un po’ con la lista.
    Ti abbraccio,
    Silvia

  15. A volte mi vergogno a dire che sono casalinga e quindi mi affretto a dire che “però sai… prima lavoravo in una casa editrice… etc. etc.” poi arrivi tu con il tuo bel post e mi sono fatta una sana risata autoironica sulle mie paure… Ma si! E lo sai una cosa? Io sono strafelice di fare la mamma a tempo pieno, di fare torte, pan di spagna, biscotti, ma di saper nutrire la mia prole anche di un pochino di cultura oltre che di cibo buono! E quindi, da ora, a chi mi chiederà se lavoro, risponderò che il mio lavoro è fare la Mamma a tempo pieno!!!

  16. Tu costruisci il futuro… il lavoro più difficile di tutti, tu crei uomini e donne, nelle tue parole e nei tuoi gesti c’è la possibilità di fare del mondo un giardino.

    Tu fai il lavoro di Dio. Beh, non è poco!

  17. Ti capisco! Quando quest’estate la proprietaria del campeggio di Ribeauvillè mi ha fatto i complimenti per il mio francese dicendo che pochi italiani avevano una pronuncia bella come la mia malgrado dall’ultimo anno di liceo linguistico fossero già trascorsi ben 22 anni beh, mi sono sentita come Step “Tre metri sopra il cielo”!!

  18. M di MS: verissimo, non credo che avrei preso con la stessa serenità la decisione di rimanere a casa se il marito non la apprezzasse e condividesse in questo modo.

    Improvvisamente in quattro e don Luca: grazie… dopo questa spolverata all’autostima, dovrò farmi un bagnetto di umiltà, però!

    Angela C2: in sintonia, come sempre 🙂

    3bin3a: alle volta basta proprio poco… meno male!

  19. uhm uhm, vengo qui per prendermi il link ad un tuo bel post di qualche giorno fa e leggo questo, e voglio fare la rompiscatole (poi capirai perchè nei miei prossimi post). ti bastano le “piccole” soddisfazioni? perchè non pensarle anche più in “grande”? ti sei mai chiesta per caso se/cosa si può fare di bello e innovativo con questo tuo talento? lanciamo un brainstorming per inventare una nuova attività e scommetti che ti vengono delle idee?

  20. Flavia, seguo sempre volentieri te e le tue vulcaniche iniziative.
    Di idee ne ho eccome! In questo momento, quello che mi manca è soprattutto il tempo, perché l’aver fatto una scelta totalizzante di cura della famiglia, per lo meno negli ultimi anni, mi tiene lontana da altri progetti, ma mi dà altre grandi soddisfazioni.
    Però rimango sintonizzata, perché, un domani, chissà? 🙂

  21. anche io faccio un lavoro (pubblicità) che non c’entra nulla con quello che ho studiato (archeologia). ma le cosa che sai non le disimpari, anche se manca la pratica. a me succede spesso di avere modo di racontare il passato e gli antichi a chi mi sta intorno. in quel momento mi sento viva e capisco che certe cose le saprò per sempre. perchè non le ho imparate, forse le ho sempre sapute e con lo studio le ho riscoperte. il mio lavoro non ha lo stesso fascino dei miei studi, ma sopravviverò.

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