Istantanee di fine inverno

Mi piace vedere il sole, finalmente, che richiama i germogli sulle piante del nostro balcone.

Mi piace persino mettermi a lavare finestre e davanzali per far entrare la luce nella casa che si risveglia dall’inverno.

Mi piace rivedere le tre teste dei miei bambini, senza i berretti di lana, coi capelli che si accendono di riflessi ramati.

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L’era del Trivial Pursuit

Appartengo alla generazione cresciuta passando interi pomeriggi sottratti allo studio insieme ai compagni del ginnasio e del liceo e tranquille serate fra universitari, seduti per terra prima, intorno ad un tavolo poi, sempre sfidandosi a partite di Trivial Pursuit. Ricordo ancora bene alcune domande curiose, le battute memorabili dei vecchi amici, le conoscenze esibite con soddisfazione, le cose imparate giocando.

Dopo qualche anno di attesa, arrivati ai sette anni e mezzo del Bimbo Grande ed ai quasi cinque del Grandicello, io e Papà in 3D abbiamo pensato che fosse finalmente giunto il momento di introdurre in casa il gioco, nella sua versione junior. Come da suggerimento, allora, la letterina scritta dal Bimbo Grandicello per il regalo a suo fratello diceva: Caro Babbo Natale, vorrei che portassi a mio fratello un gioco di società con tante domande difficili da bambino grande, così possiamo giocare insieme e anch’io imparo tante cose e infatti sotto l’albero, la mattina di Natale, c’era anche questo:

Trivial Pursuit Junior

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Ancora sa sorprendermi

La saggezza popolare sconsiglia ai coniugi di piombare inaspettatamente a casa per non trovarsi di fronte a spiacevoli sorprese.
Invece ieri Papà in 3D ha potuto prendere un’insperata giornata di ferie in più, ha sostituito il suo biglietto ferroviario su Internet ed è arrivato qui al mare con un giorno di anticipo, abbreviando di ben ventiquattr’ore la mia solitudine materna.

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Del tempo per me

La mia lunga estate di solitudine è terminata: questa ultima settima di mare, tra bucati, pensieri autunnali e bagagli, sarà la mia vera vacanza, visto che Papà in 3D finalmente ci ha raggiunti e poi torneremo a casa insieme.

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Ora lo dico

Me lo concedo dopo due mesi di vita di spiaggia senza sollevare i piedi da terra, chiudere gli occhi né tanto meno aprire un libro, dopo una sessantina di giornate di attenzione costante, di “Dove vai?”, “Cosa fai?”, “Questo no, quello neanche”, “Sì, ma prima mi devi chiedere il permesso”, “Abbassate la voce”, “Non sollevate la sabbia”, “Aspettate che ci sia un po’ meno gente, altrimenti disturbate”… quando ormai non ne posso più anche solo di sentire la mia voce.

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Segni da interpretare?

Se, dopo quasi due mesi di quotidianità balneare, ti rendi conto che gli orari sono sempre più sballati e che passi gran parte del tempo rincorrendo quello che hai dimenticato qua e là…

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