Se dico imperfetta non dico inadeguata

In una discussione 2.0 che non mi va nemmeno di citare, oggi le solite vituperate mamme blogger sono state accusate, oltre delle ormai ben note autoreferenzialità e ripetitività sulle quali si è già espressa egregiamente tempo fa la mia amica My, anche di far passare il messaggio che essere una mamma “sottodotata” è meglio.

Ecco, senza entrare nel merito della polemica, mi viene spontaneo provare a chiarire alcune cose.

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Quando la regola ti fa eccentrico

In due anni d’asilo del Bimbo Grandicello (lo stesso del Grande, ma a lui è andata meglio ed è stato derubato solo di un ombrello) abbiamo visto sparire dall’armadietto un discreto numero di giochi portati da casa, una salviettina, un grembiule e, fresca novità, l’astuccio con tutti i pennarelli e la colla. Il tutto contrassegnato col nome scritto o ricamato a caratteri cubitali.

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Ubiquità e impedimenti

La sensazione l’ho provata netta per la prima volta quando, poco dopo la nascita della Piccolina, i primi due figli si sono ammalati contemporaneamente: una da allattare, due a cui misurare la temperatura, contare gocce e somministrare sciroppo e coccole di consolazione… quanti sono! e io una sola

Ormai è diventato un rumore di sottofondo: quando in cucina ho le mani infarinate o bagnate e immancabile giunge il richiamo dal bagno dove qualcuno ha bisogno di essere pulito, quando uno chiede, uno piange e l’altro pretende, quando le braccia sorreggono una, la voce risponde ad un altro, gli occhi seguono il terzo… quanti sono! e io una sola

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In giro per il mondo

A Casa in 3D risuona una voce femminile squillante, con una pronuncia particolare, che, accompagnata da una musica incalzante, vagamente ansiogena, declama nomi di località geografiche.
Mistero presto risolto: la mattina di Natale, sotto l’albero, abbiamo trovato anche questo:

Oregon Smart Globe: mappamondo interattivo

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Di equilibrio, rispetto e aggressività

Ecco, parlavo di colori pastello, che a me servono, perché, anche piuttosto rapidamente, le tinte forti e la luce accecante mi logorano e poi somatizzo…
Quindi ci provo a rintanarmi in questa quarta dimensione, per rasserenarmi. E, siccome mi sento un po’ prosciugata e non trovo niente da dire, mi guardo intorno e ascolto.

Ascolto la spontanea ed esuberante Emily sfogarsi contro l’idiozia dell’annosa guerra fra le mamme casalinghe e le mamme lavoratrici e nei commenti ritrovo il mio stesso disorientamento: sia le casalinghe che le lavoratrici, complice anche la differenza fra la realtà cittadina e quella di provincia, si sentono allo stesso modo minoranza, lamentano di essere incomprese, svalutate e condannate. I toni rimangono leggeri, ma si percepiscono le contrapposizioni e le accuse.

Ascolto un ironico ma chiaramente critico ritratto caricaturale delle mamme talebane fatto da Raperonzolo su VereMamme e lì, nella valanga di commenti che seguono, sento salire i toni e, come sempre accade nelle risse, in cui non si riesce nemmeno a riconoscere il momento in cui dallo scherzo si passi alle botte vere, vedo la situazione farsi davvero pesante: l’ironia cede presto il passo agli insulti, i rinforzi giungono ad armare due schieramenti d’artiglieria e, giustamente, la padrona di casa decide alla fine di chiudere una porta che sinora era sempre stata aperta a chiunque.

Cerco fra i blog distrazione dalle durezze della realtà e dalle sofferenze dei rapporti conflittuali e invece, pur da spettatrice, ne esco con le ossa rotte.

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Menti semplici

Trascorro il mio tempo in compagnia di menti semplici.

È un esercizio impegnativo e salutare, che insegna a fare chiarezza anche nella mente degli adulti, il cercare di soddisfare la curiosità e la necessità di logica dei bambini, sforzandosi di spiegare vocaboli e concetti anche complessi utilizzando solo quelli elementari a disposizione per non correre il rischio di confondere.

Sono sicura che, se i miei figli mi sentissero pronunciare la frase “La legge è uguale per tutti ma non necessariamente lo è la sua applicazione”, non me la lascerebbero passare.