Di acquisti al buio e cantonate

Qualche settimana fa, nel racconto Moonlight shadow, che chiude il bellissimo Kitchen di Banana Yoshimoto, ho letto l’illuminante frase:

Intraprendere qualcosa di nuovo partendo dagli oggetti è la cosa peggiore, ma bisognava guardare avanti.

Ho risentito il sapore dei mesi di gravidanza, tra fantasie e timori e la sensazione di salto nel buio che ha accompagnato gli acquisti per il corredo del mio primo bambino. La pancia cresceva, il piccolo scalciava con forza a ricordarmi la sua vivace presenza, tutti intorno chiedevano, dopo il sesso e la data prevista per il parto: “allora avete comprato già tutto, vero?”. E così, stanca di rispondere “mi sembra ancora presto”, ho deciso di spingere in un angolo l’istintiva scaramanzia e, allo scoccare del settimo mese, ho iniziato con Papà in 3D a varcare soglie di negozi per l’infanzia.

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Istantanee di fine inverno

Mi piace vedere il sole, finalmente, che richiama i germogli sulle piante del nostro balcone.

Mi piace persino mettermi a lavare finestre e davanzali per far entrare la luce nella casa che si risveglia dall’inverno.

Mi piace rivedere le tre teste dei miei bambini, senza i berretti di lana, coi capelli che si accendono di riflessi ramati.

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Oggi come ieri

Più di trent’anni fa, tallonavo la mia mamma mentre sbrigava le faccende in giro per casa. Oltre a qualche immagine che affiora qua e là, ne conservo chiaro il ricordo: mi figuravo, anzi ero anch’io madre indaffarata di tanti, ma proprio tanti bambini, con l’ultimogenito Giovanni che mi faceva impazzire e sgridavo in continuazione, una gatta di nome Ciala (me ne domando ancora adesso l’origine) e, per marito, un orso di pezza in salopette rossa, grande quanto me, detto il Ciondolone, non so se per una certa mollezza o piuttosto per la sua attitudine da perdigiorno a trascorrere tutto il tempo adagiato sul mio letto.

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Virtualmente senza confini

Da qualche giorno ho fra le mani il mio primo iPhone, un oggetto del desiderio che, devo dire, avevo sottovalutato finché non ho cominciato a scoprirne le potenzialità in prima persona.

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Il richiamo della palla (ehm, cubo)

Il venerdì pomeriggio piovoso e casalingo volgeva faticosamente al termine. Le pizze a lievitare, mi sono distratta al computer.

Dal momento che a Casa in 3D ormai da tempo sono stati banditi gli oggetti di forma sferica, i due fratelli si sono come di consueto organizzati prendendo a calci un cubo di pezza tra il corridoio e l’ingresso.

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Resa condizionata

L’ho vista sfogliare per mesi i miei libri di pilates, giardinaggio e yoga come fossero i suoi preferiti.

Ho rinunciato da tempo a tenere un segnalibro fra le pagine del romanzo appoggiato sul mio comodino.

Ho raccolto innumerevoli volte da terra e rimesso in ordine vestiti e biancheria puliti in cui aveva adorabilmente messo le manine.

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