Se dico imperfetta non dico inadeguata

In una discussione 2.0 che non mi va nemmeno di citare, oggi le solite vituperate mamme blogger sono state accusate, oltre delle ormai ben note autoreferenzialità e ripetitività sulle quali si è già espressa egregiamente tempo fa la mia amica My, anche di far passare il messaggio che essere una mamma “sottodotata” è meglio.

Ecco, senza entrare nel merito della polemica, mi viene spontaneo provare a chiarire alcune cose.

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Riderci sopra è meglio

Non puoi raccontare proprio tutto tutto alla tua cara amica seduta sul divano mentre si accarezza la grande pancia, si confida e ti fa domande, perché assolutamente non vuoi essere una di quelle che spiattellano per filo e per segno i particolari più truculenti del loro parto a chi non c’è ancora passata, e nemmeno entrare nel novero delle noiosissime mamme-io facevo così-il mio bambino di qui, il mio bambino di là, perché sai che in fondo certe emozioni, finché non le si prova, non le si può nemmeno immaginare e perché pensi anche che sia giusto lasciare qualcosa alla sorpresa…

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Istantanee di fine inverno

Mi piace vedere il sole, finalmente, che richiama i germogli sulle piante del nostro balcone.

Mi piace persino mettermi a lavare finestre e davanzali per far entrare la luce nella casa che si risveglia dall’inverno.

Mi piace rivedere le tre teste dei miei bambini, senza i berretti di lana, coi capelli che si accendono di riflessi ramati.

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Quando la regola ti fa eccentrico

In due anni d’asilo del Bimbo Grandicello (lo stesso del Grande, ma a lui è andata meglio ed è stato derubato solo di un ombrello) abbiamo visto sparire dall’armadietto un discreto numero di giochi portati da casa, una salviettina, un grembiule e, fresca novità, l’astuccio con tutti i pennarelli e la colla. Il tutto contrassegnato col nome scritto o ricamato a caratteri cubitali.

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Oggi come ieri

Più di trent’anni fa, tallonavo la mia mamma mentre sbrigava le faccende in giro per casa. Oltre a qualche immagine che affiora qua e là, ne conservo chiaro il ricordo: mi figuravo, anzi ero anch’io madre indaffarata di tanti, ma proprio tanti bambini, con l’ultimogenito Giovanni che mi faceva impazzire e sgridavo in continuazione, una gatta di nome Ciala (me ne domando ancora adesso l’origine) e, per marito, un orso di pezza in salopette rossa, grande quanto me, detto il Ciondolone, non so se per una certa mollezza o piuttosto per la sua attitudine da perdigiorno a trascorrere tutto il tempo adagiato sul mio letto.

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Virtualmente senza confini

Da qualche giorno ho fra le mani il mio primo iPhone, un oggetto del desiderio che, devo dire, avevo sottovalutato finché non ho cominciato a scoprirne le potenzialità in prima persona.

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