Due anni fa, il mio Bimbo Grande affrontava la sua prima gita scolastica di un’intera giornata. Dovendo essere all’asilo più presto del solito, era stato accompagnato dal Papà, mentre io rimanevo a casa col fratellino.
Qualche minuto dopo averlo salutato, ho sentito un gran vociare giù in strada, sono uscita sul balcone e ho scoperto che i pullman erano fermi proprio sotto casa mia: ho visto un brulichio di bambini eccitati che salivano guidati dalle maestre, qualche mamma ferma sul marciapiede a salutare ed io, complici gli ormoni impazziti delle ultime settimane della terza gravidanza, mi sono ritrovata al quinto piano a piangere come una bambina nel sentire i motori avviarsi e nel seguire con lo sguardo i pullman allontanarsi verso la cascina appena fuori Milano.
Oggi, alla fine del primo anno di scuola, il mio Bimbo Grande si è svegliato all’alba: grande avventura con viaggio in treno, zaino in spalla e camminata in montagna, con pranzo in rifugio di dovere.
In realtà l’alba era solo mattina presto, lo zaino solo uno zainetto adatto alla piccola schiena e la montagna solo una mezza montagna… però l’emozione per queste prime esperienze è forte, anche per me che non sento poi così lontani i ricordi di quando ero io a salire su quei treni pieni di voci, canzoni e sensazione di indipendenza.
Ieri ho letto questo post di Paola, che ha regalato al mio blog il nostro secondo premio, accompagnato da un augurio:
che le vostre gambe di mamme (e papà…) vi aiutino a portare i vostri figli dove loro vogliono e dove loro sentono di dover andare.
La ringrazio per il premio ed il bellissimo pensiero, che giro a tutte le mamme ed i papà che mi leggono e mi lasciano i loro commenti.
E per tutti noi aggiungo il mio, di augurio:
che riusciamo a guidare i nostri figli a scoprire dove davvero vogliono andare e che le nostre gambe sappiano fermarsi, e reggere, tutte le volte in cui il nostro compito sarà solo aiutarli a preparare lo zaino e guardarli partire.
molto bello questo augurio, molto bello davvero
e’ cosi’ anche x noi, le gite della scuola materna ci ricordano i nostri primi vagiti di indipendenza, quel sentirci grandi perche’ si prendeva il pullman, il treno… ed ora tocca gia’ ai nostri figli!!! 😀
è vero, le nostre gambe devono avere il coraggio di fermarsi ad un certo punto. e lasciarli andare verso la loro vita.
ce la faremoooooo???
un grande abbraccio, paola
Non si vede l’ora di vederli partire e quando lo fanno veramente veniamo colte dal panico. Almeno io personalmente. Stanno crescendo ed a volte temo di trovarmele improvvisamente grandi e di non essere riuscita a godermele a pieno. A volte sono stufa e vorrei essere dappertutto tranne che con loro, ma un domani so vorrei essere con loro e loro invece non mi vorranno … vado a stirare che è meglio 😉
come dirti grazie di questo pensiero così meraviglioso??? ne ho tanto bisogno in questi giorni di un augurio così…ti abbraccio
Bellissimo !!
Proprio ieri BUH e i suoi 23 compagni del nido (classe grandi) sono andati a piedi fino in biblioteca… non ho potuto vederli, ma me li sono immaginati questi pupetti vocianti, che camminavano per il paese tenendosi a un lungo nastro colorato…
Piattinicinesi: grazie 🙂 Un po’ augurio e un po’ promemoria…
2Gemelle: eh, sì. Coi figli ci si accorge di invecchiare!
PaolaFrancy: forse, se cominciamo ad abituarci adesso all’idea… ce la possiamo fare ;-)))
Trilli: anch’io penso spesso che questi anni così faticosi, quando poi saranno passati, li rimpiangeremo… e io stasera devo ancora stirare 😀
Trilly: un abbraccio forte.
Murasaki: bello il nastro colorato, che tenerezza!
Un bellissimo augurio. Spero solo di riuscire a metterlo in pratica davvero.
I vostri figli non sono i vostri figli.
Sono i figli e le figlie della fame che ha in sé stessa la vita.
Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi,
e benché vivano con voi non vi appartengono.
Potete donare loro il vostro amore ma non i vostri pensieri
poiché essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
poiché le loro anime abitano la casa del domani, che voi non potete visitare, neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro,
ma non cercate di renderli simili a voi:
perché la vita non procede a ritroso e non s’attarda sul passato.
Voi siete gli archi da cui i figli, le vostre frecce vive, sono scoccate in avanti.
L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito, e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.
Affidatevi con gioia alla mano dell’Arciere;
poiché come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell’arco.
Il Profeta, GIBRAN
Renata: ma sì, è che bisogna cominciare a prepararsi…
Pimpa3: sempre belle queste parole. Grazie.
bello. bellissimo questo post. grazie
bellissimo augurio!!!!!
sappi che però mi sono commossa al solo pensiero di una gita di SuperT….oddio!!!!
Emily: grazie, davvero.
WWM: per ora puoi incolpare anche tu gli ormoni impazziti… 😉
Sono commossa!!!
Anch’io avevo scritto qualcosa di simile tempo fa: http://managerdimestessa.blog.tiscali.it//Cosa_fanno_i_genitori__1970161.shtml
Eccomi qui, molto bello! ciao dalla tua amica piagnona!
M di MS: sono già passata da te.
Extramamma: siamo tutte piagnone, e in ottima compagnia!
Emozioni indimenticabili sia per loro che partono che per noi che li guardiamo partire (e non solo per le gite).
Il tuo augurio è bellissimo e lo terrò come promemoria 😀
Rita, ciao. Grazie di essere passata. Tornerò a trovarti 🙂