Il linguaggio segreto dei neonati

Linguaggio_segreto_neonati_HoggQualche giorno fa, in libreria, ho incontrato una Giovane Mamma che aveva l’aria di essere abbastanza provata. L’ho sentita chiedere Il metodo EASY di Tracy Hogg e, vedendo che la commessa scuoteva la testa di fronte allo schermo del computer, mi sono permessa di intromettermi: EASY è il nome del metodo illustrato da Tracy Hogg con Melinda Blau nel libro “Il linguaggio segreto dei neonati”, che tra l’altro avevo proprio notato in bella vista sullo scaffale dedicato alla puericultura.

La Giovane Mamma, ringraziandomi, mi ha chiesto speranzosa: senti, ma questo metodo funziona?

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Mostruosamente Blog

Qualche settimana fa, il Bimbo Grande:
“Ah, Mamma, Papà, la maestra ci ha detto il titolo del libro per le vacanze. Si chiama Blog.”

Mamma e Papà in 3D si guardano tra il perplesso e l’imbarazzato.
Ecco, vedi, questa storia dei blog, anche se ne parliamo in codice, ormai salta fuori un po’ troppo spesso.
Ci ha beccati.
Figurati se il libro si intitola così. Avrà capito male.
Solo che vuol dire che ‘sta parola ce l’ha in testa. Chissà cosa andrà in giro a dire…

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Letto oggi, per caso

Da “L’eleganza del riccio” di Muriel Barbery:

Io ho capito molto presto che la vita passa in un baleno guardando gli adulti intorno a me, sempre di fretta, stressati dalle scadenze, così avidi dell’oggi per non pensare al domani…

In realtà temiamo il domani solo perché non sappiamo costruire il presente, e quando non sappiamo costruire il presente ci illudiamo che saremo capaci di farlo domani, e rimaniamo fregati perché domani finisce sempre per diventare oggi, non so se ho reso l’idea.

Quindi non bisogna affatto dimenticare. Occorre vivere con la certezza che invecchieremo e che non sarà né bello né piacevole né allegro. E ripetersi che ciò che conta è adesso: costruire, ora, qualcosa, a ogni costo, con tutte le nostre forze.

Ecco a cosa serve il futuro: a costruire il presente con veri progetti di vita.

Dedicato, in una domenica malinconica, a chi si sente un po’ così.

Cosa può dirti una libreria

E pensare che tutto è cominciato con Facebook.

Qualche mese fa mi sono iscritta anch’io al social network globale: all’inizio un grande entusiasmo, la sensazione di aver l’occasione di mantenere contatti resi difficili dalla vita casalinga, di poterne recuperare altri, poi, oltre a qualche effettivo vantaggio, la scoperta che, tutto sommato, se alcuni rapporti si erano lasciati andare è proprio perché da dirsi non c’è ormai molto, e così un progressivo ridimensionamento dello strumento.

Però, per vie più o meno traverse, è stato Facebook che mi ha portato a conoscere il fenomeno del mommyblogging: qui, al contrario, dopo un’iniziale diffidenza, sono stata rapidamente inghiottita dal vortice, per lo meno come lettrice, proprio per la scoperta opposta, di poter avere molto in comune, per interessi e sensibilità, con persone mai viste prima.
E, dopo poco, è arrivata anche la tentazione di avere un blog tutto mio: vuoi vedere che, con questa mia vita così fuori moda, sottovalutata e apparentemente sempre uguale, ho anch’io qualcosa da dire? e magari ci sarà persino qualcuno che ci troverà qualcosa di interessante?

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