Sentimenti e #ScuolaItaliana

Blogging su Scuola Italiana - 12 aprile 2011

Ci sono momenti, nella quotidianità frenetica e quasi sempre ripetitiva, in cui ti soffermi su una frase o una situazione e ti rendi conto che il tempo passa, che le cose cambiano e che i tuoi figli crescono davvero.

Basta soltanto prestare un po’ d’attenzione in più quando il tuo primogenito ti dice “Mamma, qual era la tua materia preferita? La MIA è storia!”, oppure quando senti lui e suo fratello che con naturalezza si raccontano aneddoti di mitologia greca…

E allora ti accorgi che certe cose non gliele hai insegnate tu, che certe passioni saranno le loro e che qualcun altro le sta accendendo e nutrendo.

No, non dirò inculcando.

Scopro con piacere che queste loro prime vere e proprie esperienze intellettuali al di fuori della famiglia non mi trovano diffidente, e neanche gelosa. Ma che, anzi, mi dà un brivido pensare a tutto ciò che si aprirà loro davanti, alle opere che devono ancora conoscere, ai libri che potranno leggere, ai pensieri che svilupperanno, agli individui unici e complessi che saranno, anche e soprattutto grazie a quanto vivranno fuori da qui.

Mi accorgo che il passaggio dalla scuola dell’infanzia alla prima alfabetizzazione è più naturale, mentre quello allo studio vero e proprio richiede anche a noi genitori un salto a cui dobbiamo essere pronti. All’inizio della prima elementare affidiamo dei bambini che percepiamo ancora come piccoli e bisognosi di cure semplici: la scuola è un orario che deve essere garantito, una mensa, un edificio, un cortile che devono essere adeguati, delle insegnanti che devono essere premurose, attente, presenti. E tutto ciò non è banale, è importante.
Però poi, in un tempo che a me è sembrato volare, non ci sono più solo i dettati e le tabelline, ma nelle menti curiose dei bambini irrompono la storia, l’attualità, l’educazione civica, gli esperimenti e il metodo scientifico, i loro occhi brillano di domande e di entusiasmo per delle scoperte che sono delle conquiste che sentono tutte loro.
E allora si percepisce la forza che può avere l’insegnamento, o, meglio, ce lo si ricorda, rivedendo lungo la propria formazione i volti dei maestri più carismatici. E si avverte quanto la ricchezza della scuola sia nelle persone che la compongono.

Se penso a quello che è stata la scuola per me e se mi concentro sul tono della voce del mio Bimbo Grande che mi dice “Mamma, qual era la tua materia preferita? La MIA è storia!”, riesco anche ad essere meno pessimista, meno rattristata dalle conseguenze dei tagli della riforma Gelmini, meno ossessionata dalla contabilità di organici e ore.
Certo, purché noi genitori e insegnanti cerchiamo sempre di collaborare e comunicare, di avere gli uni negli altri gratitudine e fiducia. Purché la logica di chi ci vuole dividere in “famiglie che vogliono solo parcheggiare i figli” e “insegnanti fannulloni dalle lunghe vacanze estive” non vinca. Purché ci ricordiamo che il “patto educativo” non è un concetto astratto, ma la promessa che facciamo agli occhi vivaci dei nostri bambini.

Questo post partecipa alla Giornata di blogging sulla Scuola Italiana.

4 Thoughts on “Sentimenti e #ScuolaItaliana

  1. Pagherei per avere un bambino (figlio mio, intendo) che mi dicesse che Storia è la sua materia preferita…
    Per ora ho un cugino Sanguedelmiosangue che fa la facoltà di Storia. E molti genitori che mi dicono che a casa i primini parlano contenti delle lezioni di letteratura (appunto su mito e epica greca). Posso essere felice, no?
    Passione è la parola giusta. Passione nostra di insegnanti, passione loro di bambini, passione vostra di genitori che curiosi aspettate di vedere con cosa vi torna oggi il pargolo.
    Che belle cose hai scritto, veramente

  2. Mi tengo stretta la considerazione del patto educativo come promessa, e la riciclo sicuramente alla prima occasione! (e, ok, faccio outing, quando mio figlio mi dice: “La mia materia preferita è ginnastica” allora sì, mi chiedo dove abbiamo sbagliato)

  3. Sottoscrivo Lorenza.
    Belle parole e soprattutto che brivido al pensiero che un giorno mio figlio mi verrà a parlare della sua “materia preferita”…

  4. Pingback: La scuola: un impegno per i bambini ma anche per i genitori

Rispondi

Post Navigation