Cosa può dirti una libreria

E pensare che tutto è cominciato con Facebook.

Qualche mese fa mi sono iscritta anch’io al social network globale: all’inizio un grande entusiasmo, la sensazione di aver l’occasione di mantenere contatti resi difficili dalla vita casalinga, di poterne recuperare altri, poi, oltre a qualche effettivo vantaggio, la scoperta che, tutto sommato, se alcuni rapporti si erano lasciati andare è proprio perché da dirsi non c’è ormai molto, e così un progressivo ridimensionamento dello strumento.

Però, per vie più o meno traverse, è stato Facebook che mi ha portato a conoscere il fenomeno del mommyblogging: qui, al contrario, dopo un’iniziale diffidenza, sono stata rapidamente inghiottita dal vortice, per lo meno come lettrice, proprio per la scoperta opposta, di poter avere molto in comune, per interessi e sensibilità, con persone mai viste prima.
E, dopo poco, è arrivata anche la tentazione di avere un blog tutto mio: vuoi vedere che, con questa mia vita così fuori moda, sottovalutata e apparentemente sempre uguale, ho anch’io qualcosa da dire? e magari ci sarà persino qualcuno che ci troverà qualcosa di interessante?

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La mia quarta dimensione

Quando ho cominciato timidamente a lasciare dei commenti su qualche blog, soprattutto di altre mamme, mi si è presentato il dilemma della scelta di un nickname.
Ho 3 bambini e così la mia vita è scandita dal tempo di un valzer:
dove sono? 1, 2 e 3: eccoli,
cosa stanno facendo? 1,2 e 3: ok,
devo svegliarli, lavarli, nutrirli… 1,2 e 3: fatto,
ho una strana sensazione, non me ne sarò mica dimenticata uno? 1, 2 e 3: no, meno male!
Perciò il numero 3 doveva assolutamente comparire nella mia identità virtuale.
Trovato: Mamma in 3D.

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