Una giornata a Londra

Atterrati a Londra di venerdì mattina giusto in tempo per la PlayFest, dopo le nostre ore all’evento, ci siamo ritrovati in un’affollata e assolata Oxford Street, coi nostri sacchetti pieni di gadget in mano, e da lì abbiamo iniziato a camminare, per non perderci niente delle 24 ore che avevamo a disposizione prima del volo di ritorno: una sera e una giornata, solo il tempo per un assaggio, in cui speravamo che i bambini potessero farsi un’idea della città, fissando nella memoria qualche immagine e sensazione.

Londra: Tower Bridge

Tower Bridge

Ed effettivamente Londra non ci ha delusi e si è esibita in una giornata eccezionalmente soleggiata e calda, mostrandosi proprio così come l’avevamo loro raccontata, senza smentire quello che da lei ti aspetti:

  • la ricca colazione all’inglese, in albergo, con tanto di uova e bacon, frittelle, salmone affumicato e formaggio, dolci e frutta in abbondanza: ci eravamo raccomandati “mangiate tanto, che poi dobbiamo stare in giro parecchie ore, vale la pena di mettere da parte le energie”, loro non ci avevano creduto e invece poi hanno mangiato di gusto;
  • la facilità a reperire informazioni e biglietti giornalieri per i mezzi pubblici, comodi e frequenti: i double-decker, da quelli nuovi e climatizzati ai pochi tradizionali più pittoreschi, su cui abbiamo sempre trovato posti a sedere, e la metropolitana, decisamente più affollata ma veloce;
  • le strade rumorose e trafficate, con quella marcia a sinistra su cui ti concentri prima di attraversare e che le scritte look right – look left a bordo marciapiede ti ricordano sempre, ma che poi, quando devi correre a prendere il tuo autobus e lo vedi lì davanti, fermo al semaforo che si prepara per una svolta a sinistra, ti frega e ti fa sbagliare lato della strada;
  • quell’atmosfera palpabile da Regno di Sua Maestà: The Mall con le bandiere fra gli alberi, le guardie a cavallo, la folla curiosa davanti al cancello dorato di Buckingham Palace (il Royal Baby no, non è nato proprio in quel fatidico 13 luglio, ma della sua attesa trepidante c’era già traccia nelle numerose postazioni televisive piazzate lì);
  • il colore del Tamigi, il Big Ben con i suoi rintocchi, 12! (che, se lo avessimo fatto apposta, non saremmo mai riusciti a pianificare il nostro giro per trovarci proprio lì sotto, a sollevare il naso verso il grande orologio, a mezzogiorno in punto);
Londra: The Mall – Big Ben

The Mall – Big Ben

  • la folla giovane e variopinta delle strade commerciali, le frotte di turisti, il grande numero di stranieri e la presenza, impossibile da ignorare, di tantissimi italiani:
  • i ragazzi in vacanza-studio, in gruppi decisamente troppo numerosi, in giro a far caciara senza sollevare il naso dagli smartphone, dai compagni di viaggio e dalla lingua italiana;
  • la famigliola che ci si è accostata alla fermata dell’autobus con un “Italiani anche voi? viva l’Italia!” che, devo ammetterlo, non ci ha trovato molto socievoli;
  • i due giovani camerieri del ristorante dove abbiamo cenato, arrivati da poco a Londra e orgogliosi del loro racconto di una partenza alla ventura dal Veneto premiata dal lavoro trovato da entrambi in soli quindici giorni, cui è venuto spontaneo dire “Bravi, avete fatto bene: che bella esperienza e quante opportunità offre questa città” per poi pensare subito dopo “… piuttosto che stare a casa a far niente” ed esser presi dalla malinconia all’idea di quanti sono davvero a casa a far niente e di come in Italia, anche a Milano, in pochi guarderebbero con lo stesso entusiasmo a un posto da cameriere;
  • angoli, negozi e strade pieni di fiori, fiori a ogni lampione: ad alzare gli occhi, fiori dappertutto.

Fiori a Londra

Fiori a Londra

Londra: fiori davanti al monumento a Nelson in Trafalgar Square

Trafalgar Square

Il tempo è stato poco, ma ne abbiamo ricavato una bella visita, confermando la piacevole consapevolezza che i nostri figli abbiano ormai l’età giusta per viaggiare nel modo che a me e Papà in 3D piace di più.

Prima di partire, il Grande aveva ricevuto in regalo per il suo compleanno un orologio con contapassi: alla fine della nostra due giorni londinese, segnava 35 chilometri! Funzionerà? Be’, chilometro più o chilometro meno, abbiamo sicuramente camminato tantissimo.
Averli tirati giù presto dal passeggino e le nostre abitudini di vita milanesi hanno funzionato: sono tutti e tre dei gran camminatori e per noi è una bella soddisfazione.
A me pare che non ci sia modo migliore per scoprire e conoscere le città che viverle camminando.

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