Ora lo dico

Me lo concedo dopo due mesi di vita di spiaggia senza sollevare i piedi da terra, chiudere gli occhi né tanto meno aprire un libro, dopo una sessantina di giornate di attenzione costante, di “Dove vai?”, “Cosa fai?”, “Questo no, quello neanche”, “Sì, ma prima mi devi chiedere il permesso”, “Abbassate la voce”, “Non sollevate la sabbia”, “Aspettate che ci sia un po’ meno gente, altrimenti disturbate”… quando ormai non ne posso più anche solo di sentire la mia voce.

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Meglio che in un telefilm

L’altra sera a Casa in 3D è successo un guaio: accorrendo in bagno, abbiamo trovato il Bimbo Grandicello in lacrime in una pozzanghera. Dopo averlo ingiustamente sospettato di essersi fatto la pipì addosso, ci siamo resi conto del fatto che la stanza si stava rapidamente allagando e così uno degli incubi più diffusi ha preso forma: il tubo che perde, il pavimento da asciugare, l’acqua da chiudere, l’idraulico da chiamare!

Ieri mi si prospettava così un diversivo nella mia esistenza da casalinga, una situazione potenzialmente da barzelletta, o da telefilm: in casa, con la sola Piccolina a fare il pisolino, in attesa del solerte artigiano.

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Maschietto o femminuccia?

Leggere questo post di My mi ha fatto pensare alla grande quantità di emozioni e soprattutto alla tempesta di commenti altrui che mi hanno investita quando ho scoperto il sesso dei miei tre bambini.

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Interrogatorio

La giornata ha il suo solito avvio difficile: sonnolenza da inizio primavera, resistenza di Bimbo Grande ad alzarsi dal letto e prepararsi per andare a scuola, capriccio incomprensibile di Bimbo Grandicello per una calzina antiscivolo storta (!), e poi l’abituale frenesia per essere pronti tutti, all’ora giusta, per uscire… e prepara le colazioni, e vesti 1 e vesti 2, e stendi il primo bucato quotidiano, e fai i letti, e accorda il permesso di portare il giochino di casa all’asilo (uno no perché è troppo grande, l’altro neanche perché se si perde è un dramma, finalmente, dopo estenuante trattativa, ecco quello giusto), e vesti te, e magari mettiti qualcosa in faccia per renderti presentabile, e poi (atto assolutamente contro natura) sveglia la Piccolina che ancora dorme profondamente per ingollarle giù il biberon di latte, infagottarla nei vestiti e trascinarla fuori ad accompagnare il fratello all’asilo.

E, come tutte le mattine, ti domandi come, ma ce la fai: Bimbo Grande e Papà in 3D escono puntuali per scuola e ufficio (fuori 1), Bimbo Grandicello arriva appena in tempo all’asilo e viene depositato con pantofoline e bacino di commiato (e fuori 2).

Sensazione di sollievo: sei sveglia da tre ore e tiri il primo respiro profondo.

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