Prima settimana di scuola

La scuola ricca di iniziative originali, di esperienze al di fuori dell’edificio, di laboratori e di corsi sportivi che per due anni ha frequentato il mio Bimbo Grande non esiste più.
Le sue due maestre sono ancora lì, disponibili e piene di idee, ma non hanno più il tempo né la possibilità di dare alla classe tutto quello che vorrebbero: l’orario formalmente non è cambiato, i bambini trascorrono ancora a scuola 40 ore, ma non ci sono più quelle 4 ore di compresenza delle maestre che permettevano di organizzare le uscite e la maggior parte delle attività extracurricolari o anche solo artistiche.

Il Bimbo Grandicello, che quest’anno ha iniziato la prima, quella scuola non la conoscerà mai: lui ha una maestra prevalente e una seconda che gli insegnerà solo matematica e scienze, dovendo dividersi su due classi e quindi dedicarsi a 50 bambini; e siccome 3 maestre su 2 classi non bastano a coprire tutte le 40 ore, ogni giorno pranzerà e giocherà sotto gli occhi di una persona diversa, dal momento che le altre insegnanti della scuola ruoteranno a turno (ecco perché scompariranno le compresenze per tutti) per sopperire alle carenze di organico causate dai tagli alla scuola pubblica.

Come se non bastasse, l’edificio scolastico è in ristrutturazione (da metà dell’anno scorso e probabilmente per i prossimi due anni) quindi il cortile è dimezzato e la palestra non è disponibile. Solo un’aula senza banchi per 25 bambini e la loro cosiddetta attività motoria, che dovrebbe essere vera e propria materia d’insegnamento nella scuola primaria…

Questo è quello che il Ministro dell’istruzione continua a chiamare tempo pieno e in realtà sta diventando un tempo sempre più vuoto. Questo è il modo in cui i nostri figli trascorrono gran parte della loro giornata. E, soprattutto, questa è l’unica opportunità che la società offre a tanti bambini meno fortunati e meno accuditi dalle famiglie, che nella scuola dovrebbero trovare la loro occasione di crescita e riscatto.

Poi c’è un altro piano della questione: quello di Mamma e Papà in 3D che lunedì mattina hanno accompagnato a scuola un Bimbo Grandicello emozionato e imbarazzato sotto uno zaino apparentemente troppo grande e l’hanno lasciato un po’ preoccupati nella sua nuova classe, vedendolo quasi sperduto dietro il suo banco e per nulla rassicurati dai discorsi introduttivi di dirigente e insegnanti, che hanno pronunciato decisamente troppe volte la frase: “Dovete essere fiduciosi, andrà tutto bene”…
Ma che, solo qualche ora dopo, hanno potuto rasserenarsi vedendolo uscire da scuola contento e tranquillo e, per tutta la settimana, lo hanno sentito cinguettare i racconti particolareggiati delle sue prime giornate di scuola, entusiasta delle maestre, dei compagni e dei primi compiti, quasi euforico per la scoperta di una realtà che finché era incognita lo spaventava un po’ e che adesso che l’ha conosciuta lo fa sentire grande e importante, più vicino al fratello maggiore.

Quindi, da questo punto di vista, va bene così e siamo contenti. Perché, dopotutto, questo è il suo primo anno di scuola e, pensando a noi, la cosa importante è che lo viva bene e che ne tragga il meglio, comunque.

Però l’amarezza per quello che sta succedendo alla scuola pubblica italiana, la preoccupazione per la prospettiva di tagli ulteriori e il desiderio di denunciare tutto questo rimangono. Non solo per noi, per tutti.

Io Amo la scuola pubblica

10 Thoughts on “Prima settimana di scuola

  1. Io ho ancora due anni davanti, visto che Francesco e’ al secondo di scuola materna. Ma non so se considerarlo un fatto positivo o no.
    non credo ci sara’ un ravvedimento … ravvedersi? giammmmmmmai!!!

    vabbe’. come dici tu, comunque, l’ importante e’ che il bimbo grandicello sia sereno e contento di questi primi giorni.

    e siamo a due, eh? dai, dai … ancora una e poi li avrete davvero svezzati tutti!!!!!

    un abbraccio
    e auguri per l’ anniversario ( ho letto su twitter – volevo risponderti ma ho il telefono svenuto … si sta ricaricando … )!

    paola

  2. Che dire… menomale che qualche genitore se ne accorge…

  3. le mie sono tutte alla materna, ma non è che vada molto meglio: la classe della piccola è stata divisa un po’ qua e un po’ là perchè ci sono meno insegnanti, mentre nella classe delle grandi non si sa se arriveranno mai gli insegnanti di sostegno. la classe della piccola non ha gli armadietti perchè costavano troppo, in mensa chiedono le sedie a prestito al nido. il tutto in una scuola bellissima e nuovissima, finita di ristrutturare in periodo elettorale, per la quale è stato speso circa un milione di euro dal comune. però mancano i soldi per sopperire alla mancanza di insegnanti statali magari con un’educatrice di una delle tante cooperative sociali locali! io, purtroppo, non posso dire di amare la scuola pubblica ma solo di non poterne fare a meno.

  4. Ma il mio commento è sparito???
    Ti avevo scritto un po’ di cose. Vabbè, in bocca al lupo per l’inizio.

  5. PaolaFrancy: grazie!

    Castagna: a discolpa dei genitori, bisogna dire che spesso ci vengono date informazioni parziali e fuorvianti, se non addirittura false…
    Però con un po’ di spirito d’osservazione e senso critico, non si può non riconoscere la realtà.
    Certo, poi sono tanti quelli che si accontentano comunque del parcheggio.

    Polly: le materne non se la passano meglio, hai ragione.
    Il mio amore per la scuola pubblica si fonda sulla convinzione che sia un diritto da difendere strenuamente e che non possa essere sostituita da servizi privati basati sul profitto.

    M di MS: a me non è mai arrivato nessun tuo commento precedente… adesso sono curiosa, però!

  6. Quest’estate ho avuto l’opportunità di lavorare per il network La Scuola Che Funziona: facevamo una raccolta di buone pratiche. Che sono tante, a tutti i livelli, nonostante i tagli. Ma che fatica ritrovarsi a limare un progetto alle 23 di sera in agosto, per avere qualche soldo in più da devolvere agli alunni.

  7. Lanterna, ciao. Ho dato un’occhiata al network, sembra interessante.
    Sono d’accordo con te: le professionalità ci sono, per fortuna, ma per esperienza diretta devo dire che, anche ferma restando la buona volontà di ottime insegnanti, la scuola tra prima e dopo la cura Gelmini ha innegabilmente e drasticamente cambiato faccia.

  8. in bocca al lupo anche da parte mia.
    speriamo che le cose migliorino…davvero, perchè letta così mi mette davvero amarezza.

  9. Il mio grande in prima aveva 5 maestre, in seconda 4, in terza 3…considerando che l’unica costante intoccabile è quella di religione (da cui è esonerato, e perciò per noi non conta), è probabile che arriverà in quinta con l’insegnante unica d’antan !
    La cosa peggiore è che vivo in un paese piccolo e l’unica cosa che dicono le altre mamma è : se andava bene per noi andrà bene anche per loro….sempre più senza parole!

  10. Wwm: grazie. Stando immersi nella realtà qui, è anche difficile sperare che le cose migliorino… Un abbraccio

    Patamà: benvenuta qui!
    A dire il vero, anche nella grande città purtroppo la maggior parte dei genitori fa spallucce. Qui però l’osservazione più frequente è: “purché li tengano ancora fino alle 16.30, va bene qualsiasi cosa”. Che tristezza.

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